Silvana Camprestrin presidente del consiglio

Levico Terme, rispettate le indicazioni («Eleggete una donna») del sindaco Roberto Vettorazzi (Upt) si dimette da consigliere «per dignità personale»


di Luigi Carretta


LEVICO TERME. «Lascio per la mia dignità personale e per quella dei miei elettori». Poche, lapidarie parole al termine di un breve intervento hanno segnato la fine dei quattordici anni di impegno politico di Roberto Vettorazzi, che il sindaco Michele Sartori non ha inteso riconfermare nel ruolo di assessore sebbene sia stato il secondo più votato in paese delle liste che compongono l’attuale maggioranza.

La decisione era nell’aria da qualche giorno e il sindaco ha mantenuto la rotta che si era prefissato, volendo dare un segnale di rinnovamento e non commentando assolutamente la decisione di Vettorazzi che ha abbandonato immediatamente sia il consiglio che l’aula stessa, accusando nel suo intervento il primo cittadino di avere manifestato una sfiducia nei suoi confronti solo ad elezioni concluse, oltre ad indirizzi di formazione dell’esecutivo effettuati sul motto lanciato di «coerenza, coesione e calma», arrivati però ben dopo la chiusura delle urne, contestati dall’ex assessore soprattutto per quanto riguarda la coerenza, a suo dire completamente mancata. Al posto di Vettorazzi entrerà quindi dal prossimo consiglio comunale il primo dei non eletti Romano Avancini.

Per quanto riguarda le nomine di rito, seguendo il suggerimento del sindaco Sartori («Vedrei bene una donna alla guida del consiglio comunale», aveva detto a margine della presentazione della giunta), presidente del consiglio è stata nominata Silvana Campestrin del Patt, mentre Gianni Beretta è stato eletto vice presidente.

Sulla giunta di Sartori pende però ancora la spada di Damocle delle decisioni della minoranza. Remo Libardi, il suo principale antagonista alla poltrona di primo cittadino, è, infatti, incompatibile con l’incarico di consigliere delegato Stet che ora ricopre. Entro 10 giorni dovrà perciò decidere quale delle due poltrone lasciare. Se abbandonasse il consiglio, e dopo di lui anche il primo dei non eletti della sua lista non accettasse la nomina, in consiglio entrerebbe Laura Vettorazzi e, nel rispetto della legge regionale sulla parità di genere, si dovrebbe effettuare un rimpasto di giunta per nominare un altro assessore donna portando il totale a due. Una soluzione che chiaramente mette a rischio il delicato equilibrio che per ora si è raggiunto, con la minoranza che ieri si è anche divertita a mettere il dito nella piaga facendo arrivare a Vettorazzi anche quattro voti nello scrutinio segreto per la nomina di presidente del consiglio comunale.

Il resto del primo consiglio dell’era Sartori è poi sfilato via davanti ad un aula consiliare strapiena di gente, interrotta solo dalla breve parentesi della mozione presentata dal consigliere grillino Maurizio Dal Bianco relativa ai criteri di nomina dei rappresentanti del Comune nelle società partecipate, mozioni ritirate dopo la promessa del sindaco di un analisi in sede di apposita commissione comunale che andrà nominata.













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