DIBATTITO IN CONSIGLIO

Sicurezza, il Comune di Trento dice noa corsi di autodifesa e spray per le donne

Tre ore di dibattito dopo i recenti episodi di violenze in città


Chiara Bert


TRENTO. No ai corsi di autodifesa gratuiti per le donne e no allo spray antiaggressione fornito dal Comune. Al termine di oltre tre ore di dibattito il consiglio comunale ha bocciato la proposta delle consigliere della Civica Morandini Francesca Gerosa e Gabriella Maffioletti.
 Si parla di sicurezza e sembra la fotocopia della seduta sul potenziamento delle forze dell’ordine a Gardolo. Nell’Upt a parole qualcuno si sfila, ma questa volta la maggioranza tiene. Mozione respinta (17 i sì per i corsi di autodifesa, tra cui quello del presidente del consiglio Pegoretti, solo 13 per lo spray). Passano invece due emendamenti di Maffioletti, il primo per rilanciare legalità e rispetto tra i sessi nelle scuole, il secondo per una mappatura delle zone critiche.
 «Le donne sono i soggetti più deboli sul piano fisico - ha esordito Francesca Gerosa, prima firmataria dell’ordine del giorno - i corsi di autodifesa non sono un tentativo di trasformarle in cinture nere di karate ma di insegnare a gestire la paura e il contatto con l’aggressore. E lo spray urticante è un mezzo di difesa che aiuta a sentirsi più sicure». La consigliera va oltre: in un emendamento propone che alle consigliere nei giorni di attività a palazzo Thun sia concesso di parcheggiare in Ztl dopo le 17.30. La collega Gabriella Maffioletti chiede invece di stipulare convenzioni con servizi di vigilanza notturna per coprire le zone più a rischio della città.
 Per la giunta la risposta è affidata all’assessore alle politiche sociali Violetta Plotegher: «È vero, le donne hanno paura a uscire da sole di sera e meritano una vita più sicura, ma dobbiamo pensare alla sicurezza come un bene collettivo e non in termini individualistici, perché non possiamo pensare di lasciare le persone da sole a difendersi, sia che siano esperte di karate o che abbiamo lo spray in borsetta. Come amministrazione intendiamo lavorare in tre direzioni: la qualificazione urbanistica del territorio, la prevenzione e l’intervento sociale, la tutela e il controllo dell’ordine civile».
 L’assessore riconosce che alcuni Comuni, come Modena, hanno sperimentato i corsi di autodifesa, ma non gratuiti, e ricorda che non basta acquistare lo spray per saperlo usare. Dice no quindi all’ordine del giorno, ma propone di modificare il dispositivo, valutando una serie di iniziative a sostegno della sicurezza insieme al Consiglio delle donne e alla commissione pari opportunità.
 Le minoranze insorgono. Gerosa rifiuta di cambiare la mozione. «Siete sconcertanti», sbotta Giorgio Manuali (Misto), «basta rinviare sempre le decisioni, mentre voi continuate a studiare l’ammalato muore». Sulla stessa linea tutto il centrodestra. Bruna Giuliani ricorda il successo dei corsi di autodifesa organizzati dalla Lega. Andrea Merler (Pdl) avverte: «Trento non è il Bronx, ma questa proposta è una risposta veloce e concreta; nessuna imposizione, le donne possono liberamente scegliere». Nella maggioranza i toni sono diversi. Ivana Di Camillo annuncia che il Pd si asterrà: «Non condividiamo un approccio che alza muri, per noi la priorità sono la prevenzione e il lavoro sulle relazioni umane». Per Lucia Coppola (Verdi) «la città di notte non è amica delle donne, il problema c’è ma avrei paura ad avere lo spray in borsa». Da Giugni (Idv), Aliberti (Upt), Armellini (Patt), Zanlucchi (Udc) condivisione dei motivi alla base dell’ordine del giorno, non delle soluzioni. Nella conta finale si aggiunge il no di Porta (Prc): «Non credo nella giustizia fai da te».













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