Sfruz, al funerale manca la bara

Folla per l'addio a Ciro Fedrizzi, il cui corpo è stato trattenuto dalle autorità. La morte avvenuta in seguito a un incidente stradale


Giacomo Eccher


SFRUZ. Ieri a Sfruz si è celebrato il funerale di Ciro Fedrizzi, 87 anni, deceduto sabato all'ospedale di Cles dove era stato ricoverato dopo un incidente stradale, ma con sorpresa della gente accorsa numerosa alla cerimonia al posto del feretro in chiesa c'era solo un grande mazzo di fiori. «Le autorità hanno deciso un approfondimento sulle cause di morte - ha spiegato in apertura della celebrazione il parroco don Franco Torresani - Il funerale era già stato fissato per oggi ed era impossibile avvisare dello spostamento: così la famiglia ha deciso che la cerimonia si facesse e la tumulazione seguirà in forma privata quando possibile».
Ciro Fedrizzi era stato ricoverato a Cles mercoledì, dopo esser stato coinvolto in un incidente stradale successo, in circostanze che sono in accertamento, all'ingresso di Smarano, di fronte all'incrocio in curva nei pressi della Famiglia cooperativa Sette Larici. Le ferite non sembravano gravi, ma sabato, nel primo pomeriggio, Fedrizzi si è aggravato e ha cessato di vivere.
Conosciutissimo in tutto l'altopiano della Predaia, Ciro Fedrizzi era persona schiva ma attiva. Sposato con Irma (originaria di Segonzano), ha avuto quattro figli, tutti sposati. Con il suo Mercedes verde, importato dalla Germania negli anni '50, ha fatto a lungo il trattorista anche per conto terzi, oltre a lavorare la terra di famiglia. In quegli anni, i mezzi meccanici erano rari in campagna e Ciro era tra i pochi in zona ad averne uno di concezione moderna. Nella sua vita, c'è stata anche un'esperienza terribile vissuta in guerra. Soldato sul fronte greco, dopo l'8 settembre 1943 Fedrizzi (aveva 19 anni) fu fatto prigioniero dai tedeschi e spedito prima al campo di concentramento di Dachau e poi ad Auschwitz, dove sembrava dovesse terminare la sua vita. Infatti (come aveva rivelato in una confidenza al compaesano padre Faustino Ossana, celebre predicatore dei Conventuali, noto per aver predicato un Quaresimale in Vaticano davanti a papa Giovanni Paolo II), quando era già in fila per la camera a gas era stato prelevato dalla fila da un generale tedesco che aveva bisogno di un elettricista. Una vicenda di cui non amava parlare e che il parroco ha citato per ricordare i tanti pericoli che Ciro ha affrontato nella sua vita di «carradore», trasportando legname in montagna con il suo Mercedes. Ora se ne è andato e viene meno un'altra voce della memoria della Seconda guerra mondiale.

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