Sfrattato da casa sua  spara ai commercialisti 

Caldonazzo, blitz di Ivan Hörmann, 47 anni di Mezzolombardo, nello studio Pola Ha esploso i colpi contro padre madre e figlio. Arrestato dopo una fuga di 6 ore


di Ubaldo Cordellini


CALDONAZZO. Aveva covato rabbia e disperazione per giorni. Da quando gli era stato notificato lo sfratto esecutivo dalla casa in cui abitava in via Damiano Chiesa, a Mezzolombardo, non riusciva a pensare ad altro. Anni fa per quella casa Ivan Hörmann, 47 anni di Mezzolombardo, aveva versato una caparra di 30 mila euro, ma poi non era riuscito a completare l’acquisto nonostante il prezzo fosse calato dai 150 mila euro iniziali. Ora rischiava di non rivedere quei soldi e aveva perso la ragione. Così ha sparato in preda alla rabbia e ha chiuso la sua giornata in manette, arrestato dai carabinieri con le accuse di tentato omicidio, sequestro di persona, minacce aggravate e porto abusivo d’arma.

La casa era andata all’asta ed era stata acquistata da una famiglia di Taio e in questi giorni era partito lo sfratto. Così ieri mattina verso le 11 Hörmann si è presentato allo studio dei commercialisti Rinaldo e Christian Pola, in viale stazione a Caldonazzo. Lo studio che aveva seguito la procedura e l’asta. Hörmann rivoleva indietro i suoi soldi. Qui 30 mila euro che riteneva fossero ancora suoi. E’ arrivato a bordo della sua Volvo V50 bianca. E ha fatto capire subito che non aveva intenzioni pacifiche. Non appena entrato nello studio, si è chiuso a chiave la porta dietro di sé e poi ha chiesto di parlare con i commercialisti. Era visibilmente alterato e ha fatto chiamare uno dei titolari. Davanti a sé aveva cinque donne, le segretarie dello studio, tra le quali c’era anche la moglie di Rinaldo Pola. Nonostante questo era molto aggressivo. Coraggiosamente si è fatto avanti anche Christian Pola, il figlio del proprietario dello studio, anche lui commercialista, e ha cercato di fare chiarezza. Hörmann, però, non vuole sentire ragioni.

Così estrae un coltello e una pistola di quelle a canna lunga, una Walther P38, un modello risalente alla seconda guerra mondiale o giù di lì che deteneva da più di 10 anni, da quando aveva ancora il porto d’armi ad uso sportivo. Voleva farsi giustizia da solo. Spinge il giovane commercialista verso una stanza attigua all’atrio. La discussione, però, degenera dopo pochissimi minuti. L’uomo non ne vuol sapere di calmarsi e comincia a colpire Christian Pola con la canna della sua Walther lo colpisce alle mani.

Poi chiede di parlare con il titolare dello studio. Rinaldo Pola si trova in quel momento in una stanza al piano di sopra e scende con la speranza di convincere quell’uomo a calmarsi. Tutto inutile

Quando il commercialista scende di sotto, Hörmann diventa ancora più nervoso. Forse capisce che non riavrà i 30 mila euro. Forse si innervosisce per il rifiuto o forse vuol mettere paura ai due commercialisti. Vuol far vedere che lui fa sul serio. Fatto sta che impugna la pistola non più per colpire i suoi interlocutori, ma per sparare. Fa fuoco verso terra. Due volte. Uno dei colpi raggiunge il pavimento molto vicino ai piedi di Pola padre che viene ferito di striscio da una scheggia.

A questo punto, Hörmann, esce dalla stanza. Si trova di fronte la moglie di Pola e spara nella sua direzione. La donna, d’istinto, si abbassa e per fortuna l’aggressore la manca. Nello sparare, però, Hörmann scarrella male la sua arma e perde tre proiettili che finiscono sul pavimento. Forse proprio per questo desiste e scappa.

Esce dallo studio e va verso la sua macchina. Sono passate da poco le 11. Non si sa cosa abbia fatto. Quello che si sa è che vengono subito chiamati i carabinieri che si precipitano sul posto. In poco tempo i commercialisti aiutano a ricostruire la vicenda e si capisce che l’aggressione è legata alla casa andata all’asta. Così i carabinieri del nucleo operativo di Borgo e del nucleo investigativo di Trento si muovono in pochissimo tempo. Individuano i possibili obiettivi legati all’asta e alla casa. Mettono sotto sorveglianza la casa della famiglia di Taio che ha acquisto l’appartamento in cui vive Hörmann, ma allestiscono anche un apparato di protezione dell’avvocato che si è occupato della vicenda e in qualche modo cercano di proteggere tutte le persone verso le quali l’uomo potrebbe nutrire risentimento. L’obiettivo è quello di bloccare Hörmann prima che venga a contatto con le persone che lui ritiene responsabili del suo sfratto. Ormai ha perso i freni inibitori e potrebbe essere molto pericoloso. Lui per sei ore vaga con la sua auto. Verso le 17, però arriva a Taio. I carabinieri di Cles che stanno sorvegliando la casa lo vedono e l’allarme. Quando arrivano i rinforzi, per, Hörmann li vede e scappa. Così i carabinieri lo inseguono e lo bloccano all’altezza della rotonda di Mollaro. Non fa in tempo a fare resistenza. Gli saltano addosso e gli tolgono pistola e coltello. La Walther P38 ha il colpo in canna .















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