Settemila opuscoli, tutti sbagliati

Inviati ai medici di base dall'Azienda che ha poi bloccato la distribuzione



ROVERETO. Settemila depliant, tutti da buttare via. Quando la settimana scorsa se li è visti consegnare, qualche medico cittadino è rimasto molto perplesso. Un po' per la stagione («Mandare un anziano a piedi al castello d'inverno? E se si spacca un femore?») un po' per la crisi: «Mentre spieghiamo che devono pagare il ticket, gli mettiamo in mano un opuscoletto patinato?». A levarlo d'impaccio, un errore: tutti gli opuscoli saranno ritirati. La comunicazione è arrivata dalla stessa azienda sanitaria che aveva mandato gli scatoloni di pieghevoli. Prendendo atto di un errore (per la verità abbastanza evidente) ha invitato i medici a sospendere la distribuzione.

Riceveranno a breve lo stesso opuscolo ristampato, ma stavolta corretto. Come dire che il costo raddoppia. E le perplessità di merito restano tutte. Il depliant si inquadra nel progetto «Percorsi&Salute» e propone ai pazienti un preciso tracciato interno alla città come terapia contro la vita sedentaria. Riporta una mappa molto stilizzata della città con marcato un anello arancione. Partendo dal Follone, passa per via Dante, via S.Giovanni Bosco, i giardini Perlasca, il Mart, corso Bettini, piazza Rosmini, via Orefici, via della Terra, il castello, Santa Maria fino al parco omonimo, i giardini Italia e di nuovo il Follone. A fianco una tabella indica i vantaggi in dispendio di calorie per chi percorre il tracciato nel tempo indicato dagli esperti. E qui è l'errore: si prevedono 43 minuti per chi è «attivo» e 33 minuti per chi è «sedentario».

Mentre pare chiaro che dovrebbe essere il contrario. Segue un calcolo delle calorie in relazione al peso del «podista». Se giuste o meno è più difficile intuirlo, ma risulterebbe consumare di più l'attivo del sedentario, probabilmente per il passo sostenuto che gli viene proposto. In ogni modo, appunto, le perplessità di alcuni medici vanno oltre l'errore ed anche al di là del costo dell'iniziativa. In una città che d'inverno dichiara la propria condizione di grave inquinamento fermando le vecchie auto e con un territorio ampio e strutturato (ciclabili nel verde, per esempio) ha senso mandare i «pazienti» a camminare proprio in mezzo al traffico? E col freddo siamo sicuri che quel che si guadagna in girovita non lo si perda in polmoniti?













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