Senato, il Pd pronto a trattare con Dellai

Oggi vertice a Roma con Bersani sulle liste. Tonini potrebbe correre in un collegio: «Ma solo se ho il consenso del partito»


di Chiara Bert


TRENTO. Andare con Svp (e Patt) nei collegi al Senato o estendere l’accordo a Dellai? Archiviate le primarie per scegliere i candidati alla Camera, è questa la domanda a cui il Pd deve rispondere. E che la questione sia politicamente delicatissima e abbia bisogno di posizioni chiare in tempi stretti lo dimostra il fatto che i Democratici si sono convocati a Capodanno. In gioco non ci sono solo le elezioni politiche di febbraio ma anche la tenuta dell’alleanza di centrosinistra autonomista in Trentino.

Il coordinamento provinciale di ieri sera (allargato per l’occasione ad assessori e consiglieri provinciali, sindaci, presidenti di Comunità, segretari di Trento e Rovereto) si è concluso con un mandato al segretario Michele Nicoletti per trattare con gli alleati di Upt e Patt: la coalizione è un bene primario ma i vincoli per un’intesa sono il simbolo Pd sulla scheda e l’impegno a sostenere un governo di centrosinistra, sul modello dell’accordo siglato tra Pd e Svp.

Due le linee che si sono confrontate con toni anche accesi. Da un lato quella capeggiata da Nicoletti - sostenuta tra gli altri dal presidente del partito Giorgio Tonini, dai consiglieri provinciali Luca Zeni, Mattia Civico, Margherita Cogo, da Gigi Olivieri e Vanni Scalfi - più ferma sulla posizione votata all’unanimità dal coordinamento provinciale lo scorso 23 dicembre: candidature di coalizione sì, ma solo con le forze che dichiareranno prima delle elezioni un sostegno a Bersani premier o a un governo di centrosinistra. Dall’altra la linea più governativa - rappresentata dal presidente reggente della Provincia Alberto Pacher, dagli assessori provinciali, dal responsabile degli enti locali Roberto Pinter, dai sindaci Andreatta, Miorandi, Mosaner e Manica e dalla deputata Laura Froner - decisa a siglare comunque un’intesa con i centristi di Dellai per «blindare» la coalizione provinciale e anticipare, se possibile, il probabile accordo di governo tra Pd e montiani che si profila dopo le elezioni.

Dalla riunione è emersa poi un’altra novità che riguarda il senatore uscente Giorgio Tonini, eletto nel 2008 nelle Marche e che in questa tornata potrebbe correre per la riconferma in Trentino. Tonini, tra i montiani del Pd, non si è candidato alle primarie e quindi per tornare in parlamento ha due strade: finire nel listino del segretario Bersani, che sarà definito nei prossimi giorni, o essere candidato in uno dei collegi senatoriali trentini, dove la sfida si gioca uno contro uno. Il senatore ha detto ieri che la sua disponibilità è legata al consenso del Pd trentino, un modo per non essere considerato un «paracadutato» dal partito nazionale.

Oggi a Roma Bersani incontrerà i segretari regionali (tra cui Nicoletti) proprio per definire le liste. E sul tavolo - oltre alla partita del Senato - c’è anche da sciogliere il nodo della lista regionale per la Camera, dove si alza la tensione tra Trento e Bolzano sull’assegnazione dei primi posti in lista, quelli che garantiscono l’elezione sicura. L’obiettivo del Pd è eleggere 4 deputati, ma realisticamente - vista la concorrenza dei montiani di Dellai - potrebbero essere 3 come nel 2008. Nicoletti ha detto che il Pd trentino chiederà che «questa volta nei primi tre posti ci siano due trentini e un altoatesino» e un capolista trentino (lo stesso Nicoletti vincitore delle primarie). Se Roma imponesse il deputato uscente Gianclaudio Bressa come capolista, il secondo e terzo posto andrebbero a Nicoletti ed Elisa Filippi, ma a quel punto Luisa Gnecchi, vincitrice delle primarie altoatesine, sarebbe a rischio. Una via d’uscita è la candidatura di Bressa al Senato, ma per questo occorre convincere la Svp.













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