braccio di ferro sul collegio di trento

Senato, ancora nulla di fatto Pressing Patt-Svp su Nicoletti

TRENTO. Non si sblocca la trattativa tra Pd-Upt e Patt sul Senato. A cinque giorni dalla scadenza per la presentazione delle liste, le posizioni non si smuovono. Ieri un nuovo vertice - nel...


di Chiara Bert


TRENTO. Non si sblocca la trattativa tra Pd-Upt e Patt sul Senato. A cinque giorni dalla scadenza per la presentazione delle liste, le posizioni non si smuovono. Ieri un nuovo vertice - nel pomeriggio allargato anche a Sel, Psi e Udc - si è concluso con un nulla di fatto e le parti si sono riaggiornate. Il Patt, forte dell’alleanza con la Svp e dell’accordo appena siglato con Bersani, non molla sul collegio di Trento per Franco Panizza. E punta a convincere il Pd a schierare il proprio candidato, Giorgio Tonini, su Rovereto, relegando a quel punto l’Upt nel collegio più insidioso per il centrosinistra, la Valsugana.

L’oggetto del contendere resta il collegio del capoluogo, dove sono due i pretendenti: il Patt che lo rivendica per il proprio segretario, Panizza, e che non intende fare marcia indietro e accettare uno spostamento nel collegio della Valsugana, e il Pd che vorrebbe schierare Tonini.

Lunedì sera il coordinamento provinciale dei Democratici ha dato al segretario Michele Nicoletti un mandato chiaro: Tonini (che è stato indicato dalla direzione nazionale del partito) va candidato a Trento, il suo collegio, sia per l’importanza che il collegio del capoluogo riveste per il Pd (primo partito con il 32% dei consensi alle ultime comunali), sia perché c’è il rischio che una parte dell’elettorato di sinistra non voti Panizza. Il precedente di Mauro Betta nel 2008 del resto insegna. Tanto più - hanno fatto notare in molti - che dirottare Tonini su Rovereto avrebbe l’effetto di farlo apparire un diktat di Trento rispetto ai candidati espressi dal territorio (vedi Ruffini).

Ma il Patt da parte sua non intende cedere. E ribatte con un altro ragionamento: Panizza, originario della val di Non, deve stare sul suo collegio naturale, dove il Patt rivendica un forte consenso nelle valli, e la presenza in campo del segretario di un partito che ha appena firmato un accordo con il Pd è la migliore garanzia per gli elettori di sinistra.

In un primo incontro a tre con Pd (presenti Nicoletti e lo stesso Tonini) e Upt (con Lunelli e Fontana), ieri il Patt ha chiesto che il tavolo fosse allargato alla Svp. Che ieri pomeriggio però non si è presentata. Il pressing degli autonomisti sul Pd sembra aver preso anche la strada di Roma, per spingere Bersani a spostare Tonini in Vallagarina. Di certo Panizza non vuole rischiare sulla Valsugana, a quel punto preferirebbe la Vallagarina. «Prendo atto - dice il segretario del Patt - che il Pd sta privilegiando il collegio di Trento rispetto al progetto politico, che così viene indebolito».

Chi rischia di ritrovarsi nell’angolo è l’Upt, che potrebbe vedersi costretta ad accettare ob torto collo il collegio sulla carta più difficile che gli alleati non vogliono. Dovendo tra l’altro cercare un’alternativa a Fravezzi (pronto a candidarsi a Rovereto): tra i nomi che circolano ci sono Mauro Gilmozzi, Marco De Paoli e Renzo Anderle. «Un punto di sintesi era già stato trovato - osservano in casa Upt - no a un candidato Pd in Valsugana e no a un candidato Patt in Vallagarina».

La trattativa è stata riaggiornata a domani, dopo che Patt e Svp si saranno incontrati. Passi avanti ieri invece si sono registrati sul fronte dell’accordo politico con l’Upt e la formula di sostegno ad un governo di centrosinistra. Una formula che si spera convinca anche Sel. E stasera nuova assemblea del Pd.

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