«Se è lo stesso ceppo, escluse alcune ipotesi» 

L’assessore Zeni: «Massima collaborazione con la Procura, lo dobbiamo a Sofia e alla sua famiglia»



TRENTO. «Provincia e Azienda sanitaria stanno collaborando attivamente per consentire alla procura di ricostruire quanto accaduto. Lo dobbiamo a Sofia e alla sua famiglia». L’assessore provinciale alla salute Luca Zeni mantiene la sua tradizionale prudenza, a maggior ragione di fronte a notizie che tirano in ballo pesantemente l’Azienda sanitaria e quanto avvenuto all’ospedale Santa Chiara nei giorni in cui la piccola Sofia, a metà agosto, è stata ricoverata per alcuni giorni per il diabete.

«Al momento non abbiamo avuto comunicazioni ufficiali, e le istituzioni non possono basare le proprie considerazioni su meri articoli di giornale», risponde l’assessore riferendosi alle indiscrezioni pubblicate ieri dal Corriere e dal Quotidiano Nazionale. «Se il ceppo della malaria fosse lo stesso, come riporta l'articolo, questo esclude alcune ipotesi e ne lascia aperte altre che dovranno essere oggetto di valutazione da parte dalla organi deputati a ricostruire il tutto», si limita a dire Zeni. «Provincia e Azienda sanitaria - prosegue - mantengono lo stesso spirito di massima collaborazione per l'interesse comune di avere delle risposte attendibili».

Sono tra i 5 e i 10 i casi di malaria registrati ogni anno in Trentino, tutti di importazione da Paesi a rischio. L’Azienda sanitaria a settembre aveva confermato il caso di malaria in un neonato pakistano nel 2014, episodio inizialmente classificato come morte in culla: dalle indagini era poi emerso che si trattava di malaria. Purtroppo il bambino era arrivato in ospedale già morto.













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