il caso

Scuolabus, annullata gara da 83 milioni per guida in stato d'ebbrezza

Il reato non fu dichiarato. il Cta dovrà pagare una penale da 1,6 milioni, ma la Provincia gli chiederà di gestire di nuovo il servizio. In vista un braccio di ferro sulle condizioni



TRENTO. La condanna, non dichiarata, per guida in stato di ebbrezza del contitolare di una ditta consorziata è costata l’annullamento di una gara da 83 milioni di euro a 130 ditte con 600 addetti, oltre alla penale di 1,6 milioni di euro. La determinazione di annullamento della aggiudicazione è stata assunta da Apac, l'Agenzia provinciale per gli appalti e i contratti, e comunicata martedì al Cta, il Consorzio trentino autonoleggiatori, che era risultato il vincitore (e unico concorrente) della gara per il servizio di scuolabus provinciale.

Determinante la mancata dichiarazione della condanna, che è stata poi estinta ma successivamente alla data di presentazione delle offerte. A chi dovesse osservare che si è trattato di un solo episodio, per di più per un reato poi estinto, si può rispondere osservando che la mancata dichiarazione c’è stata (stando a quanto rilevato dagli organi verificatori) e che essa ha comportato conseguenze per tutti gli altri soci incolpevoli. Ma soprattutto che il reato non è un abuso edilizio o relativo a materie non connesse con quella della gara, ma una guida in stato di ebbrezza, fatto non certo trascurabile quando si parla di un servizio di trasporto scolastico.

Ma queste riflessioni lasciano il tempo che trovano, di fronte ad un provvedimento che, una volta constatata l’omessa dichiarazione (di qualsiasi reato si trattasse), non poteva non essere assunto, sebbene sia ora impugnabile davanti al Tar.

Ma adesso cosa succedera? Essendo stato il Cta l’unico concorrente, non c’è un altro vincitore e questo complica molto le cose. La Provincia infatti è di fatto costretta a rivolgersi di nuovo al Cta, attraverso il ricorso alla procedura negoziata: «Abbiamo spedito stamane al Consorzio, considerando che non siamo più in condizione di rinnovare una procedura di gara in tempi così stretti, una nota con cui chiediamo la disponibilità o meno a garantire i servizi da settembre sino ad agosto 2017, termine entro il quale si assumeranno le decisioni sull'affidamento futuro», dice Roberto Andreatta, dirigente del servizio trasporti pubblici della Provincia.

Il Cta potrebbe anche rifiutare: «La "negoziata" - continua Andreatta - non presuppone poteri unilaterali di coercizione a contrarre». Paradossalmente, il Cta si trova in una posizione di forza nella trattativa che sarà intavolata, in quanto unico interlocutore di Piazza Dante. «La Provincia - mette le mani avanti il dirigente - è tenuta a fare valutazioni di convenienza ed opportunità tecnico economica, secondo il principio costituzionale di buona amministrazione, che impone di considerare l'interesse pubblico alla continuità del servizio (per 14000 ragazzi dalla materna alle medie) unitamente alle necessità di salvaguardare la spesa pubblica, adottando le scelte conseguentemente coerenti». Se sarà braccio di ferro lo sapremo i prossimi giorni.(l.m.)













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