Scuola, tremano 1.550 precari

Sindacati all'attacco: «Servono garanzie per il loro futuro»


Jacopo Tomasi


TRENTO. Il segretario della Uil Scuola, Pietro Di Fiore, li ha chiamati «i ragazzi del'99», riprendendo la denominazione data ai coscritti che nel 1917 compivano 18 anni e potevano quindi essere arruolati per la Grande Guerra. In questo caso, invece, il riferimento è a quei "ragazzi" che nel 1999 hanno partecipato all'ultimo concorso della scuola entrando nelle graduatorie provinciali. In 1.550 sono ancora precari "storici", che da dodici anni insegnano con contratti annuali. La maggior parte di loro (circa 1.300) hanno tra i 35 ed i 50 anni. Insomma, non sono più ragazzini e stanno vivendo con grande preoccupazione la riforma del reclutamento illustrata in questi giorni dall'assessore Marta Dalmaso.

Tremano perché temono, alla luce delle nuove regole, di restare ai margini della scuola: una beffa dopo anni di servizio. Scongiurata la chiamata diretta dei presidi, è questo il nodo cruciale della rivoluzione che dal prossimo anno stravolgerà le modalità d'assunzione degli insegnanti in Trentino. I sindacati, anche nell'incontro di ieri mattina, hanno messo le mani avanti: «prima di parlare delle nuove regole per il reclutamento, è necessario avere certezze per chi oggi è già in graduatoria».

La Flc Cgil ha chiesto un incontro ad hoc, nei prossimi giorni, per discutere di questo aspetto, affermando che «va rispettato il patto fatto con questi lavoratori». Si ribadisce, dunque, che il 50% delle assunzioni venga "pescato" dalla graduatoria provinciale. La Uil Scuola è andata oltre. «Questi 1.500 precari devono essere messi in ruolo entro i prossimi 5-10 anni». Anche gli altri sindacati, comunque, hanno chiesto uno «sforzo per la copertura di tutti i posti vacanti», affermando che 100 immissioni in ruolo all'anno (come ipotizzato dalla Provincia) non sono abbastanza.

La Cgil propone quindi un «piano straordinario» già nel 2012-2013 con 300 assunzioni a tempo indeterminato. Intanto, «i ragazzi del'99» restano col fiato sospeso. «In questi giorni abbiamo ricevuto tantissime e-mail - conclude Di Fiore - di precari "storici" che ci chiedono cosa gli succederà». Con il nuovo sistema, infatti, rischiano di restare ai margini perché se non partecipano al nuovo test psico-attitudinale restano tagliati fuori dall'albo e quindi dal concorso, destinati dunque ad essere la "terza scelta" per le assunzioni. «Un trattamento ingiusto - dicono i sindacati - per chi da anni sta prestando servizio nella scuola trentina».













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