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Sanità, tornano le liste d’attesa dai tempi biblici

Per ottenere visite dermatologiche, ginecologiche o nefrologiche private ci vogliono anche mesi


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Le liste d’attesa sono da sempre uno dei problemi della sanità trentina. Da anni ormai l’Azienda sanitaria e la Provincia cercano di ridurre al minimo di tempi d’attesa, ma spesso è come vuotare il mare con un secchiello. Soprattutto per alcune visite specialistiche, il problema non è ancora risolto, specie per le prestazioni in regime istituzionale, per le quali si paga al massimo il ticket.

Per le visite in libera professione spesso le attese si riducono notevolmente. Per avere un’idea di quanto le liste d’attesa siano ancora un punto dolente basti andare sul sito dell’Azienda sanitaria provinciale e cercare di prenotare alcune prestazioni. Per una visita ginecologica senza Rao, ovvero senza codici di priorità, ieri pomeriggio non si riusciva nemmeno a prenotare. Le agende venivano date tutte in allestimento, sia per la prestazione con ticket che per quella in libera professione. Agenda in allestimento anche per quanto riguarda le visite nefrologiche pediatriche con il solo ticket. Per quelle in libera professione, invece, si può avere la prestazione già mercoledì 1 febbraio, ma si deve pagare 100 euro. Passando alle visite nefrologiche per adulti, si deve aspettare fino al 31 marzo.

Il fenomeno dei tempi d’attesa dilatati viene denunciato per l’ennesima volta da un’interrogazione in consiglio provinciale da Claudio Civettini che ha denunciato anche alcuni casi concreti di lunghe attese per le visite dermatologiche e per l’elettrocardiogramma. In particolare, Civettini fa l’esempio di un paziente di Rovereto che il 24 ottobre 2016 ha chiesto una visita dermatologica e si è visto dare l’appuntamento ad aprile 2017.

Tempi lunghi anche per l’elettrocardiogramma. Anche per questa prestazione a Rovereto prenotando a fine ottobre si doveva andare ad aprile 2017.Civettini partendo da questi due esempi chiede di sapere quali sono le ragioni di attese così lunghe e cosa intende fare la giunta provinciale per risolvere il problema.

Nella risposta l’assessore alla Sanità Luca Zeni spiega che con codice Rao le visite dermatologiche agli inizi di dicembre 2016. L’assessore ammette che senza codice di priorità i tempi si allungano. Tempi più brevi in regime di libera professione. A dicembre, ad esempio, si riusciva a prenotare una visita dermatologica entro il mese. Anche qui, però, non si tratta certo di tempi brevissimi. Nella stessa risposta, si spiega che le visite dermatologiche prenotate presso le strutture pubbliche sono gradualmente calate di molto. Nel 2013 erano state 36.896, mentre nel 2016, almeno fino al 6 dicembre, sono state 26.269. Questo vuol dire 10 mila visite in meno rispetto a tre anni prima.

Nella risposta, comunque, si fa notare che, probabilmente, i pazienti citati da Civettini nell’interrogazione non avevano codice Rao. Inoltre si fa presente che comunque le visite dermatologiche erano disponibili in strutture diverse da quelle di Rovereto. Ma il punto, fanno notare i critici, è proprio che spesso per ottenere la prestazione in tempi decenti ci si debba spostare sul territorio. Cosa che non tutti possono fare, a partire dagli anziani.













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