Sanità: la farmacia diventa ambulatorio

Sarà possibile fare analisi, fisioterapia e pure l'elettrocardiogramma


Robert Tosin


TRENTO. L'elettrocardiogramma si può fare in farmacia. Ma anche le iniezioni, le analisi, la seduta fisioterapica. E' l'effetto del secondo decreto governativo diventato operativo in questi giorni, grazie al quale le farmacie possono offrire prestazioni professionali anche con dispositivi strumentali. L'ultima novità riguarda l'introduzione potenziale di infermieri e fisioterapisti. E' un'autentica rivoluzione che non è attuabile facilmente ma che potrebbe diventare una risorsa non da poco per lo stesso sistema sanitario. Come al solito il problema autentico starà ora nella corretta applicazione di queste opportunità e non a caso le associazioni di categoria e l'Azienda sanitaria hanno già aperto un tavolo di confronto per regolamentare nel modo migliore le novità introdotte dal decreto. Già oggi le farmacie possono fare alcuni piccoli servizi come ad esempio controllare la pressione arteriosa. La nuova normativa consente ben di più, e cioè la somministrazione di servizi di primo e secondo livello. Tra i primi ci sono alcuni test "autodiagnostici": glicemia, colesterolo, trigliceridi, emoglobina, creatinina, transaminasi, ematocrito, test delle urine, di ovulazione, di gravidanza, di menopausa, test del colon-retto. Negli interventi di secondo livello rientrano quelli fatti con strumentazione idonea, tipo quelli per misurare la pressione, per la capacità polmonare, per misurare l'attività cardiaca. Oggi le capacità informatiche permettono soluzioni relativamente semplici ma molto efficaci. Basti pensare, ad esempio, alla possibilità di eseguire un elettrocardiogramma in collegamento con il chirurgo ospedaliero che dà una risposta nel giro di pochissimi giorni sempre attraverso la farmacia. Infine le farmacie ora possono anche offrire servizi a domicilio. Quel più comune potrebbe essere la disponibilità di un infermiere ad eseguire iniezioni. Basti pensare a quante persone devono seguire una terapia che prevede iniezioni e non tutti hanno a portata di mano qualcun che li aiuti in questa operazione. In farmacia potranno trovare la loro risposta. Ecco quindi che si arriva all'ultimo provvedimento previsto nel decreto: tutti questi servizi vanno offerti sotto stretto controllo di personale specializzato. E così in farmacia serve un infermiere, ma ci potrà essere anche un fisioterapista che fornisce consigli e assistenza nel suo campo specifico. Sono due gli aspetti che questa rivoluzione mette in campo. Da una parte c'è la possibilità molto forte di integrare sul territorio i servizi offerti dalla sanità pubblica con quelli dei presidi privati delle farmacie. Dall'altra c'è però anche la possibilità di aumento di competitività e concorrenzialità delle imprese private. Per quanto riguarda il primo aspetto, è chiaro che anche l'Azienda sanitaria sta guardando con interesse la possibilità di poter contare su punti di riferimento presenti in tutti i comuni quasi più degli ambulatori (e in effetti si potranno valutare le convenzioni con alcuni dei servizi offerti allentando la pressione sul pubblico). Nel secondo caso, invece, si potrà assistere a qualche sorta di consorzio tra farmacie che vogliano ammortizzare gli eventuali costi (in effetti non secondari) per fornire servizi a pagamento ad ampia diffusione.

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