«Sanifonds, Borgonovo irresponsabile»

L’assessore alla salute Zeni al contrattacco: «Nessun rischio per i bilanci. Lasci da parte i problemi personali»


di Luca Marognoli


TRENTO. Nessun rischio per i bilanci della sanità trentina. Luca Zeni rassicura i cittadini e accusa Donata Borgonovo Re, assessore alla salute prima di lui, di parlare in modo «irresponsabile». Invitandola a non trasferire i suoi «problemi politici o personali su un terreno delicato come la sanità».

Assessore Zeni, Borgonovo Re critica fortemente un nomenclatore che contempli prestazioni specialistiche già erogate dal servizio pubblico - spesso gratuitamente, dice - come radiografie, tac e mammografie. Si rischia un consumismo sanitario ingiustificato?

Dire che viene messa a rischio la sanità sono dichiarazioni irresponsabili e assurde. Stiamo parlando di un milione di euro su un bilancio provinciale per la sanità di 1,2 miliardi, risorse che sono dentro la contrattazione collettiva: 10 euro al mese destinati dai lavoratori, in busta paga, a questo fondo di sanità integrativa, con 65 euro massimo a testa all'anno che possono utilizzare per prestazioni come visite specialistiche o ticket per una copertura fino al 50%. Di questo stiamo parlando. Peraltro la legge nazionale prevede che questo sia concesso e tutti i fondi integrativi contemplano questa tipologia di voci. L'obiettivo è che aderiscano anche i privati: i datori di lavoro e i soci di categorie come Assoartigiani, Confcommercio, Asat e Confesercenti. Ma senza queste prestazioni il fondo sarebbe nato morto: non sarebbe stato competitivo se si fosse limitato all'odontoiatria e poco altro. Ecco il motivo per cui il percorso ha portato a individuare questo nomenclatore.

Borgonovo Re definisce scorretto il passaggio in cui, in una proposta inviata dalla Provincia a Sanifonds, si parla di “quanto concordato fra il Cda e l'assessora” .

Questa posizione lascia molto sorpresi perché, come hanno ricordato i sindacati, lei aveva avallato il percorso. In un campo che tocca la vita delle famiglie da vicino, dichiarazioni così forti e non fondate rischiano di spaventare sia i lavoratori che versano ma più in generale i cittadini che con la sanità devono avere per forza a che fare.

Si riferisce a chi il fondo non ce l'ha?

No, no: oggi sul giornale si parla di “sanità è a rischio”. Il pericolo è che passi un'immagine di quello che non è, peggiorando la percezione della capacità dell'ente pubblico di governare certi processi. Sarebbe meglio che se ci sono problemi politici o personali si chiariscano evitando di farlo su un terreno come quello della sanità che è molto delicato e merita responsabilità.

Lei crede che la posizione di Borgonovo Re sia quindi legata al suo “defenestramento”?

Spero proprio che non sia così. Sicuramente non sono stati passaggi facili sul piano personale, però la politica e le istituzioni esigono che si anteponga l'interesse comune al destino personale. Spero che si ritrovi serenità e si possa lavorare, in un momento socioeconomico così difficile, lasciando da parte le beghe personali.

Secondo Borgonovo Re, anche l'assessora regionale Plotegher era contraria a prevedere queste voci.

Che si possa avere perplessità sulle singole voci ci sta. Dopo di che questo è un confronto frutto di un lungo percorso fra lavoratori, datori e parti sociali perché è una questione contrattuale. È prevalsa questa linea: non ne farei la madre di tutte le battaglie.

Comunque Borgonovo Re propone un sistema di monitoraggio degli effetti del sistema.

È già previsto. Nell'applicazione si vedrà di capire, come avviene sempre quando si avviano processi di questo tipo, quale sarà l'attuazione concreta.

La polemica su Sanifonds rischia di avere ripercussioni politiche?

No, io sono più preoccupato del messaggio fuorviante per i cittadini. Spero che si ragioni in maniera più serena, pacata e seria. Senza queste fughe in avanti.













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