Sanità integrativa

Sanifonds al rallentatore, in 12 mila dicono di no

Su 38.337 dipendenti pubblici hanno aderito in 26 mila. Gli altri lavoratori hanno preferito mandare la disdetta per non usufruire delle prestazioni



TRENTO. Parte con il freno a mano tirato Sanifonds. Secondo i dati forniti dall’assessore provinciale Luca Zeni rispondendo a un’interrogazione del consigliere dei 5 Stelle Filippo Degasperi, quasi un terzo degli aventi diritto a beneficiare del fondo per la sanità integrativa hanno mandato la disdetta. Sanifonds, come si ricorderà, garantisce prestazioni sanitaria integrative a tutti i dipendenti del comparto pubblico per un valore massimo di 128 euro a testa. Da più parti, però, il fondo, il cui presidente è Roberto De Laurentis a capo dell’Associazione artigiani, viene visto con scetticismo e diffidenza. Un sentimento che si riflette sui dati, tutt’altro che lusinghieri. I dipendenti pubblici erano tutti iscritti automaticamente a Sanifonds. Per non farne parte avrebbero dovuto mandare la disdetta entro il 31 gennaio. Per questo i dati forniti da Zeni sono molto indicativi. Su una platea di 38.337 dipendenti pubblici, hanno aderito 26.511. Questo vuol dire che quasi 12 mila lavoratori hanno inviato la disdetta. Il consigliere provinciale Degasperi spiega che questi dati autorizzano a parlare di flop: «Per aderire a Sanifonds non si doveva fare nulla, mentre per non aderire si doveva inviare la disdetta al datore di lavoro. Per questo mi pare che si possa parlare di un mezzo fallimento».

Come previsto, a non aderire sono stati soprattutto i dipendenti dell’Azienda sanitaria. Infatti, su 9.242 dipendenti dell’Apss aventi diritto, hanno aderito meno della metà, ovvero 4.241. Proprio tra i dipendenti dell’Azienda sanitaria si erano diffuse molte critiche relative soprattutto al fatto che le prestazioni di Sanifonds potrebbero essere un doppione rispetto al servizio sanitario pubblico. Proseguendo nell’analisi dei dati nei vari settori, si può vedere che i dipendenti dei Comuni e delle Comunità di valle sono quelli che dimostrano di credere di più in Sanifonds. Infatti, su 6.724 hanno aderito in 6.141. Per quanto riguarda le aziende di servizi alla persona e le case di riposo, su 4.822 dipendenti, hanno aderito in 3.135. Per quanto riguarda i dipendenti di Provincia e scuola, in tutto 17.169, hanno aderito in 12.654. Le defezioni arrivano soprattutto dal mondo della scuola, dove le adesioni sono state 6.570.

I vertici di Sanifonds hanno sempre spiegato che anche chi non ha aderito in un primo momento ha tutto il tempo per cambiare idea.

Il presidente De Laurentis aveva anche organizzato una giornata informativa alla Sala della Cooperazione per spiegare cos’è Sanifonds e quali prospettive ha. Per il 2016 già la Provincia ha stanziato i soldi per i rimborsi e i fondi sono già assicurati fino al 2018.

Lo stesso De Laurentis aveva spiegato che i dipendenti delle aziende artigiane sarebbero passati non appena raggiunta la quota di 22 mila aderenti. Adesso questa quota è stata raggiunta, quindi Sanifonds potrebbe allargare di molto la sua base contributiva. In questo modo, i dipendenti privati potrebbero sopperire ai vuoti che si sono venuti a creare tra i lavoratori pubblici. Proprio De Laurentis aveva detto che in futuro Sanifonds potrebbe anche ampliare le spese rimborsate arrivando a un tetto di circa 350 euro a testa. In questo modo il fondo potrebbe diventare più attraente anche se da più parti c’è un’opposizione ideologica. Si contesta il fatto che il fondo va a scalfire il servizio sanitario pubblico creando pericolose aperture ai privati.













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