Sangue, donazioni in calo: verso la raccolta diretta 

I dati alla festa dell’Avis. Segnali pesanti dalle periferie con Borgo che fa segnare un meno 17%. Il problema sono i tanti pensionamenti del personale sanitario



TRENTO. Sarà sottoscritta entro fine anno la convenzione che permetterà all’Avis la raccolta diretta del sangue: per il Trentino si tratta di una prima assoluta, mentre in regioni come la Lombardia la raccolta diretta è pari al 80% di quella totale. Fino ad oggi qui non era stato necessario, ma la situazione è radicalmente cambiata con la mancata sostituzione del personale sanitario andato in pensione. Una realtà che ha penalizzato in particolar modo i centri periferici con un calo generalizzato e con la punta di un meno 17% per Borgo. «Il messaggio che arriva dalla periferia è chiaro - spiega Danila Bassetti presidente dell’Avis Trentino - e prima che coinvolga anche Trento è meglio prendere delle contromisure. Riteniamo che quella della raccolta diretta sia la più adatta. Sarà un grosso problema organizzativo, dovremo assumere a contratto medici ed infermieri, ma ci permetterà di essere più dinamici nella raccolta. Dal momento che sia il pubblico che il privato ha sempre maggiori difficoltà a concedere il riposo compensativo al donatore, la raccolta potrebbe essere programmata anche il sabato». Ieri la «Festa natalizia del donatore» si è trasformata in un momento di riflessione e di condivisione dei problemi dell’associazione. Il campanello d’allarme è suonato e se il Trentino è al secondo posto nel rapporto donatari - popolazione, è scivolato al terzultimo nell’indice donazioni: 1,2 contro l’1,5. «È necessario un ricambio generazionale anche a livello del direttivo. La riforma del terzo settore alla pari delle nuove normative sulla privacy, richiedono specifiche competenze e molto più tempo: ci è richiesta una trasformazione sia livello pratico che organizzativo». E sulla “lotta per il plasma” «Siamo messi bene, perché la nostra richiesta di modifica del decreto ministeriale del 2 novembre 2015, è ora appoggiata anche da Lombardia, Emilia e Veneto e sarà presentata all’Avis Nazionale che la porterà in discussione al Centro Nazionale del Sangue». Il decreto prevede un prelievo fisso di 700 ml per donazione, senza tenere in considerazione il rapporto peso-altezza del donatore che è invece la richiesta dell’Avis Trentino: «Il rischio è quello che una ragazza di 50 chili, possa accusare un malessere che non ha chi ne pesa 80. Se si sta male non si dona più. La conseguenza è il calo delle donazioni, quando c’è sempre maggiore richiesta di plasma intero».

La festa è stata allietata dal Coro Torrefranca e da “ The Resing Gospel Choir “ diretto dalla Maestra Denise Savio. (d.p.)













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