il raduno

San Rossore, l’entusiasmo degli scout trentini

C’è anche una folta delegazione provinciale al raduno nazionale dell’Agesci. Il messaggio del Papa: "Coraggio, c'è bisogno di voi"



TRENTO. Si conclude oggi il raduno nazione Agesci, che da giovedì ha portato in Toscana migliaia di scout e tra loro anche molti giovani trentini.  Da Roma è arrivato in mattinata anche il messaggio di Papa Francesco: "Non lasciatevi rubare la speranza, non abbiate paura, guardate avanti al futuro".   L'ultimo evento come quello di San Rossore, era stato nel 1986. Non avete la sensazione che improvvisamente sia cambiato l'atteggiamento nei vostri confronti con la fila dei politici che ci tengono ad essere presenti? Con molti, che al contrario di quanto accadeva in passato, vogliono sottolineare il loro essere stati scout. «Questo è un evento straordinario, non per nulla l'ultimo risale al 1986 - risponde Chemello - ed è l'organizzazione che manda gli inviti. Quest'anno sono venuti Boldrini, Grasso, Pinotti a parlare con i ragazzi. Penso che abbiano accettato spontaneamente, senza secondi fini». Com'è stata organizzata la giornata? «Ci siamo divisi tra chi ha preso parte ai laboratori e chi invece ha partecipato alle tavole rotonde. Nei laboratori si sono insegnate tecniche di animazione specifiche per chi lavora con anziani e disabili e molti lavori manuali.

E' stato alle tavole rotonde che si sono avvicendati i nomi noti come quelli di Boldrini e Grasso, ma anche Rita Borsellino e Don Ciotti di Libera». Un confronto interessante? «La presentazione dei singoli personaggi pubblici è stata affidata ai ragazzi, che alla fine degli interventi, hanno posto molte domande, dando vita ad un confronto forte e partecipato. Si tratta di giovani dai 16 ai 22 anni che politicamente sono in fase di maturazione. Da parte nostra si danno delle semplici indicazioni, ma il confronto con i politici è molto importante per la crescita personale . Anche perché don Ciotti e Rita Borsellino conoscono bene la realtà giovanile, cosa che non penso proprio dei politici».

Il movimento è nato in Inghilterra nel 1907 da un’idea di Robert Baden-Powell con un gruppo fondatore di venti ragazzi. Lo scopo è quello dell'educazione ad un civismo responsabile, fondato sul volontariato. Oggi il mondo degli scout si divide in tre associazioni: l'Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici) con più di 176mila iscritti; l'Associazione Italiana Guide e Scouts d'Europa Cattolici, detta Ese con 19mila iscritti ed il Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani, Cngei, con 11.831 soci. Ma a San Rossore “solo” in trentamila: «E' un evento per così dire a numero chiuso: un gradino più alto dell'addestramento dello scout».

Ieri sera si è tenuta la veglia comunitaria ed a seguire, lo spettacolo del regista Federico Taddia all'insegna della celebrazione del coraggio. Poi canti attorno ai falò e tanta voglia di stare insieme: «E' il nostro spirito – conclude Chemello – che non solo va oltre la singola età, ma che anche ci accomuna. Poi se durante le giornata ci sono momenti di gruppo, alla sera tutto è comunitario».

Per uno scout si tratta di una partecipazione che contribuisce alla crescita spirituale, prima ancora che fisico-manuale. Non per nulla lo slogan di questa «Route nazionale» di San Rossore è stato: «Noi ci siamo, insieme faremo la storia». (d.p.)

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