il caso

San Giuseppe, vandalismi al Circolo pensionati

Scritte ingiuriose alla porta della sede: è l’ultimo di una serie di episodi. Il presidente: «Non siamo un bar, ma qualcuno pretende e basta»



TRENTO. Gli iscritti del Circolo Pensionati di San Giuseppe per questa volta, preferiscono non alimentare nessuna polemica per la scritta ingiuriosa che ieri mattina è comparsa sulla porta d'ingresso del circolo. Fanno però notare che la situazione di convivenza all'interno delle case del “Vaticano” di via Vittorio Veneto si è fatta sempre più difficile tra i residenti storici delle case ed i nuovi arrivati, quasi tutti nord africani. «Vogliono essere i padroni dei giardini e ci hanno preso di mira perché con la nostra attività, manteniamo vivo il cortile, anche alla sera». Quello della scritta ingiuriosa non è il primo episodio di vandalismo.

Quando il Comune installò le nuove panchine che seppur si trovino sul retro del Circolo, sono patrimonio di tutti i condomini, dopo la prima notte erano coperte di escrementi umani. Quando gli stessi iscritti ridipinsero le pareti esterne della casetta per presentarsi al meglio alla festa dei trent'anni, una mano anonima passò nella notte per tracciare sulle pareti scritte e disegni.

Dai vandalismi non è stata risparmiato nemmeno un gazebo con due tavoli, che si trova di fronte all'ingresso, in una zona ombreggiata del giardino: «Era diventato un ricovero serale, dal quale provenivano schiamazzi di vario genere che disturbavano fino tarda notte i residenti. Siamo stati costretti ad incatenare le sedie ai tavoli ed a rendere impossibile fermarsi al coperto. Non le dico cosa abbiamo trovato tra quei tavoli per settimane». Oltre, gli anziani del Circolo non vogliono andare, parlano solo a taccuini chiusi ed il presidente richiama tutti alla calma. Il disagio e la paura è tangibile, ma si vuole dare un'altra occasione: «Non sappiamo se è giusto, ma vogliamo dare comunque un'altra possibilità. Quando abbiamo letto la scritta ci siamo vergognati, molto vergognati. L'abbiamo cancellata in fretta, anche se la porta è rimasta danneggiata ed abbiamo deciso di non dare clamore a questo atto vandalico».

Tra l'altro la scritta vi accusa di razzismo: «Cosa vuole che le dica, facciamo solo la nostra attività come abbiamo sempre fatto in questi anni. L'accesso al circolo è riservato agli iscritti e non possiamo essere un bar aperto a tutti. All'interno dei cortili chiediamo il reciproco rispetto. I fin dei conti a restare sveglie per gli schiamazzi, sono tutte le famiglie, nessuna esclusa. Questa è la realtà e non si capisce cosa possiamo aver fatto per meritarci un'accusa di questo genere».

Silenziosi, ma non rinunciatari. Anzi combattivi come sempre. Lo spazio occupato dal Circolo, posto all'interno di caseggiati che ancor oggi sono abitati da molti anziani, è un diritto che deve essere garantito. «Sa qual è il problema? Qui gli appartamenti si liberano solo quando gli anziani se ne vanno per sempre. L'Itea in massima parte, fa subentrare solo extracomunitari. Così si finisce per essere una minoranza che crea un problema anche solo col non morire. Quando succederà, andranno a subentrare altri stranieri e per chi resta, sarà sempre più dura».













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