NO ALLA DEMOLIZIONE

"Salviamo il carcere asburgico di Trento": ricorso del Fai a Napolitano

Battaglia legale con la Provincia autonoma che ha deciso di demolire l'edificio non ritenendolo di interesse storico e architettonico. Ora deciderà il Tar



TRENTO. Un ricorso straordinario al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano contro la demolizione del vecchio carcere austro-ungarico di Trento è stato presentato dal Fondo per l'ambiente italiano (Fai).

La demolizione del carcere, che fa corpo unico con il palazzo di Giustizia, è stata decisa dalla Provincia autonoma di Trento per consentire la creazione di un nuovo polo giudiziario.

Secondo la presidente regionale del Fai, Giovanna degli Avancini, la demolizione è un ''clamoroso errore di valutazione e un delitto culturale, in spregio dell'interesse storico-artistico dell'edificio progettato nell'800 dall'architetto viennese Karl Schaden, e che assieme al Tribunale e' una delle testimonianze piu' importanti dell'architettura austro-ungarica in Italia''.

Secondo il Fai, che l'anno scorso ha raccolto 5.400 firme contro la demolizione, la ristrutturazione e il riuso del carcere costerebbero meno del suo abbattimento e della successiva ricostruzione.

La scorsa settimana la Giunta provinciale di Trento, all'unanimità, ha opposto resistenza al ricorso del Fai per cui è probabile che l'intera vicenda finisca davanti al Tar regionale.

L'avvocato Sergio Dragogna, estensore dell'esposto, ha già preannunciato la richiesta della sospensiva. ''Ora siamo pronti ad un duro scontro giudiziale'', ha detto in una conferenza stampa.

I legali del Fai stanno inoltre valutando gli aspetti penali della vicenda in quanto una relazione tecnica commissionata dalla stessa Provincia non sarebbe stata esaminata.













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