Salute mentale, un centro per 500 utenti

Tione, ieri porte aperte alla struttura diurna. Il primario Sara Paternoster punta sull’attività terapeutica e lavoro di gruppo


di Ettore Zini


TIONE. «Non è vero che non c’è un primario, ne tantomeno c’è una psichiatria allo sbando». Con questa smentita la dottoressa Sara Paternoster, primario a scavalco del Centro di salute mentale di Tione (la dottoressa, come altri professionisti presta la sua opera sia a Tione che a Villa Ischia di Riva del Garda) spegne ogni possibile polemica con chi dice che il Centro non funziona. Che, per esempio, non è più stata istituita una Consulta della salute mentale. «Sostituita con il nulla», diceva il documento a firma Aris Giudicarie (Associazione per la riabilitazione e l’inserimento sociale). Oggi (ieri per chi legge) qui, nel Centro Diurno psichiatrico di via Ospedale, all’inizio della salita che porta al nosocomio di Tione subissato in questi giorni dalle polemiche sul punto nascite, è giorno di festa. Le porte del “Centro” sono aperte a familiari e ad amici: a chi vuol toccare con mano l’operato della struttura. Non è una risposta a chi vuol attizzare polemiche ma un appuntamento annuale che permette di avvicinare oltre ai venti fruitori del Centro, anche di comprendere il funzionamento del servizio.

«Che – dice il direttore Sandro Carpineta – opera su una realtà molto ampia, soprattutto dal punto di vista morfologico, con difficoltà oggettive per alcuni pazienti di venire fino a Tione». Si pensi, per esempio, a chi abita, per esempio, a Storo. Una realtà complessa, dunque. «Che ha in carico – spiega ancora la dottoressa Paternoster – circa 500 persone, l’uno e mezzo per cento della popolazione giudicariese. Di cui almeno un 20% con problematiche gravi. O, comunque, bisognose di grande attenzione».

Si va dalla schizofrenia, ai disturbi di personalità. «Tutte persone che vanno seguite con cura. Di queste 500 persone, sia ben chiaro – dicono i medici – alcune hanno contatti sporadici con il centro. Altre, le vediamo ogni cinque o sei mesi. Altre ancora, devono essere seguite costantemente. Come chi ha gravi disturbi depressivi, o sdoppiamenti di personalità». «Fortunatamente in Trentino – dice la dottoressa Gabriella Conti coordinatrice del Centro Diurno di Tione – anche dopo la soppressione dei manicomi, le strutture di questo tipo funzionano. Le risorse ci sono. Ed è possibile aprirsi al territorio. Fare piani di cura, in partnership con le famiglie». La festa odierna ne è la dimostrazione pratica. I locali dell’edificio riflettono i colori dei lavori e dei manufatti realizzati dai “ragazzi”.

Sono lì in bella mostra. Ed è possibile ammirare quanto hanno saputo creare. Dalle scritte in argilla, ai percorsi d’arte, con quadri e disegni esposti nella sala da pranzo. Anche il buffet offerto agli ospiti l'hanno realizzato con le proprie. «Se uno viene a vedere – sottolinea il dottor Lucio Matteotti, responsabile del servizio tecnico riabilitativo – cade ogni ragione per fare polemiche». L’incontro odierno, non è che una delle facce dell’attività del Centro di Salute mentale di Tione. Un luogo che offre a chi convive con il disagio mentale di incontrarsi e confrontarsi attraverso il lavoro individuale e di gruppo. «Qui – ci viene spiegato – l’attività terapeutica è uno strumento che aiuta a recuperare la propria autostima. Ad allontanare i mostri: a concentrarsi su quanto di concreto offre la vita». «E l’impegno – dice ancora Paternoster – è concentrare le nostre attenzioni soprattutto sulle fasce giovanili. Capire se e da quando vi si annida il disagio. E’ dai 14 ai 24 anni la fascia “calda” dove bisogna convogliare gli sforzi».













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