Salizzoni: «Serve una nuova agenda con pochi obiettivi» 

Il neo assessore all’urbanistica: «Piazza Mostra, ascolterò le richieste. Ex Italcementi, accelerare sul progetto»


di Sandra Mattei


TRENTO. Alberto Salizzoni, 57 anni, ingegnere con studio a Trento, entra in giunta al posto di Paolo Biasioli con le deleghe dell’urbanistica, edilizia privata e mobilità. La scelta, insieme alla sostituzione dell’assessore Andrea Robol (che si è dimesso per candidarsi alle provinciali) con Corrado Bungaro è stata giustificata dal sindaco per rafforzare la coalizione al governo, chiamando a corresponsabilità il gruppo di Insieme Trento che è confluito nel movimento Futura (n città ha ottenuto il 13,5 per cento).

Con che spirito affronta il nuovo incarico, alla luce delle critiche al rimpasto arrivate sia dall’opposizione che dagli alleati?

Non nascondo le responsabilità che mi attendono, in un momento difficile e con tempi limitati. D’altra parte sono ottimista, perché la volontà di incidere c’è: è l’occasione per concretizzare quel percorso iniziato con la nostra uscita dal Pd, perché si possa affiancarsi in modo nuovo all’azione di governo.

Nessun imbarazzo nei confronti di Paolo Biasioli, di cui prende il posto?

Imbarazzo no, ma dispiaciuto sì. Ho avuto una lunga telefonata nella quale gli ho espresso il mio dispiacere perché ha pagato il prezzo di dinamiche dell’Upt che non dipendono da lui. Ci siamo confrontati sui temi, la lettura politica è diversa, ma spero che si continui ad avere un buon rapporto.

La sua attività è incompatibile con l’incarico ad assessore all’urbanistica?

Sì, io mi occupo di edilizia pubblica e non potrò avere incarichi nel Comune di Trento, come successo nella scorsa consigliatura, quando ero presidente della commissione urbanistica.

Veniamo ai tanti temi da affrontare e da tempo in stallo: ex Italcementi, ex Atesina, la funivia del Bondone. Su quali intende puntare?

Le partite sono moltissime, per questo la prima cosa che chiederò è di fare, non solo sulle mie competenze, una nuova agenda per concentrarci su temi che caratterizzino il percorso che ci rimane. Ma questo è un lavoro che si dovrà fare insieme.

Qualche esempio concreto: nell’area ex Italcementi che scenari vede e, sulle ciminiere, va ripensato se tenerle o meno?

Il piano per il futuro dell’area è iniziato, Patrimonio del Trentino ha già avuto più incontri con la commissione urbanistica, e cercheremo di dare un’accelerazione al progetto. Quando presiedevo la commissione urbanistica, avevo raccolto le istanze per mantenere la testimonianza dell’architettura industriale. Cercheremo di contemperare l’esigenza di mantenere la citazione rispetto al progetto che sta definendosi. Ma ci sono molti altri modi di tenere viva la memoria.

Sul progetto di piazza della Mostra che idea si è fatto?

Sulla procedura del concorso, penso che non ci sia da eccepire ma se ci sono richieste diverse, si ascolteranno.

Un’altra partita cruciale è la mobilità: Ring, Nordus, su quale progetto puntare?

La mia preoccupazione è di non essere troppo dispersivi e rischiare di non essere efficaci. Sul Prg, e non solo, serve un ragionamento realistico e puntare su quegli obiettivi che ragionevolmente possiamo portare a termine.













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