«Saccheggiati i nidi degli uccelli, sono dei criminali»

L’eurodeputato Zanoni contro i bracconieri che in Trentino e in Alto Adige hanno fatto razzia di piccoli tordi



TRENTO. «In Trentino Alto Adige è in corso una vera e propria guerra ai nidi. Per ora, sono cinque i bracconieri fermati dai Carabinieri e dal Corpo Forestale dello Stato nelle province di Trento e Bolzano, beccati a rubare pulcini e uova dai nidi, soprattutto di Tordo, si tratta però della punta di un iceberg di un fenomeno vastissimo». A sostenerlo, in una nota, è l’eurodeputato Andrea Zanoni.

«In questo periodo, per circa una trentina di giorni nei quali i nidiacei sono cresciuti quanto basta per finire in singole gabbiette, i bracconieri sono al lavoro per prelevare i piccoli che saranno utilizzati come richiami vivi per i cacciatori da capanno. La pratica del prelievo dai nidi trova la sua massima concentrazione nei meleti del Trentino Alto Adige. Nei giorni scorsi, in tre distinte operazioni di polizia, sono stati fermati i primi bracconieri di nidiacei della stagione.

Un uccellatore bergamasco è stato sorpreso nei boschi di Appiano a rubare pulcini di tordo dai nidi tra i meleti. A notare il bracconiere è stato il Corpo Forestale della Provincia di Bolzano. L’uomo sarebbe stato visto aggirarsi tra i meleti e, una volta trovatosi innanzi i Forestali, avrebbe fatto cadere in terra un nido con tre implumi. Nella vegetazione circostante è stato così rinvenuto il nido, purtroppo ormai vuoto. Gli agenti si sono subito messi alla ricerca dei poveri piccoli riuscendone a trovare due, mentre il terzo probabilmente si è disperso nell’erba alta oltre mezzo metro, destinato a morire di fame ed inedia.

Nella sua auto, sono state trovate numerose scatole vuote che sarebbero state utilizzate per trasportare i nidi. Da Bolzano è partita la richiesta di perquisizione domiciliare in provincia di Bergamo. Nel corso della perquisizione, sarebbero stati trovati 123 uccellini, per lo più Tordi bottacci (Turdus philomelos): una sessantina erano sprovvisti di anello inamovibile obbligatorio per legge.

Secondo indiscrezioni pervenute, quelli provvisti di anellino mancherebbero della certificazione di origine. Tutti i volatili sono stati posti sotto sequestro, mentre il bracconiere sarebbe stato denunciato per uccellagione e maltrattamento di animali.

Le indagini sono ancora in corso per accertare la destinazione riservata ai poveri animali. L’uomo avrebbe dichiarato di essere un cacciatore, aspetto che avvalora ancora di più l’unica destinazione alla quale notoriamente sono avviati gli animali: futuri richiami vivi per i cacciatori da capanno.

In provincia di Bolzano, i Carabinieri del Nucleo Operativo Regionale della Compagnia di Egna e della Stazione di Egna hanno fermato due persone provenienti dall’Emilia Romagna, con 16 nidi di volatili, 4 dei quali appartenenti a Fringuelli. Il loro contenuto era rappresentato da 16 implumi. Poi un nido di Fanello contenente 4 uova, uno di Verzellino con all’interno 4 uova, uno appartenente ad un insettivoro non meglio individuato con 3 implumi ed infine 9 di Tordo Bottaccio con 34 implumi.

I due bracconieri, sorpresi nelle campagne di Caldaro, sono stati denunciati a piede libero per illecita uccellagione e violazione della relativa legge provinciale. L’automobile è stata sequestrata con tutto il suo carico di implumi, nidi e gli attrezzi utilizzati per la cattura illegale.

Gli uccellini sono stati affidati al personale del Corpo Forestale della Provincia di Bolzano per la successiva consegna al Centro di Recupero Volatili di Tirolo.

L’altra operazione, invece, ha riguardato l’alta Val di Non. Il Corpo Forestale del Trentino ha sorpreso due persone della provincia di Bergamo impegnate nella raccolta di nidiacei. Gli agenti della Stazione forestale di Fondo, coadiuvati dai colleghi di Coredo e dal locale custode Forestale, hanno individuato un’automobile sospetta nelle campagne del Comune di Dambel. Dopo un appostamento, sono state fermate due persone che stavano riponendo nella macchina due nidi appena tolti dall’albero, con all’interno i piccoli. Durante la perquisizione del mezzo ne sono stati trovati altri 4, per un totale di 25 nidiacei delle specie Tordo e Cesena (Turdus pilaris). Erano inoltre presenti una siringa e del pastone per alimentare artificialmente i pulcini.

Gli uccellini sono stati consegnati al Centro di Recupero Avifauna Alpina di S. Rocco di Villazzano della Provincia Autonoma di Trento, gestito dalla Lipu. I due bracconieri sono state denunciati per il reato di uccellagione.

L’eurodeputato Andrea Zanoni, vice Presidente dell’Intergruppo per il Benessere degli Animali al Parlamento europeo ha affermato: «Siamo di fronte ad atti criminali che alimentano il mercato dei richiami vivi. Un business enorme che prevede la cattura inumana di questi piccoli nati liberi che, attraverso l’apposizione illegale di un anello identificativo, vengono trasformati in merce legale. Non ci sono controlli sufficienti: le federazioni ornitologiche italiane e le Provincie non controllano a dovere a chi consegnano gli anelli, così che poi con questi si possono essere sanati i pullus rubati ai genitori. È arrivato il momento di dare un segnale forte per mettere fine a questo disegno criminale. Occorrono pene più severe e controlli serrati che non permettano una pratica che provoca migliaia di morti e prigionieri a vita in gabbiette che non consentono agli uccelli di aprire le ali».

Ad essere ricercati dai bracconieri sono, però, solo i maschi. Con la crudele pratica del sessaggio, viene aperto l’addome del Tordo con una lametta: se è maschio si richiude con la colla, se femmina viene buttato via. I pulcini vengono allevati in cattività “allo stecco”, termine che in gergo indica lo stecchino per essere imbeccati.













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