S. Patrignano laboratorio italiano della pet therapy

L’esperienza formativa e operativa maturata nella comunità di San Vito punto di riferimento nazionale per l’utilizzo dei cani come terapia per i disabili


di Roberto Gerola


PERGINE. L’esperienza maturata in 15 anni di attività di “pet therapy” nella sede di San Vito di San Patrignano diventa punto di riferimento a livello nazionale. E’ emerso ieri a conclusione del convegno durato due giorni con 140 partecipanti (provenienti da tutte le regioni) e una quindicina di relatori. Importante a questo proposito la presenza di Lino Cavedon del Centro di referenza nazionale. Ha parlato di “linee guida” cui tutti devono fare riferimento. E a San Patrignano, nella scuola “Cani da Vita” da tempo si applicano appunto metodologie d’eccellenza e le testimonianze in proposito sono state molteplici proprio perché sono state condivise in differenti realtà.

«Le nostre attività - ci ha detto Aroldo Linari che cura appunto questo settore - sono certificabili e soprattutto verificabili. I risultati ottenuti sono frutto di una ricerca scientifica». Tanto che, ad esempio nel Veneto, la comunità di San Patrignano è stata scelta come partner per formare i conduttori e i cani del Centro “Pet Therapy”.

Nella giornata di venerdì e poi nella mattinata di ieri, nel teatro della comunità si sono alternati relatori, esperti, operatori e testimoni. In particolare, molta attenzione si avuta per l’esperienza che San Patrignano ha da 15 anni con l’Anffas. Sono stati momenti significativi con considerazioni espresse sulle principali strategie utilizzate nella disabilità intellettiva medio-grave.

«L’approccio con il cane - è stato detto da Annachiara Marangoni dell’Anffas Trento - non trova impedimenti. In pratica la terapia può essere applicata sempre, con benefici evidenti». Molto interessante e seguita è stata la parte relativa al “linguaggio” che deve intercorrere tra il conduttore e il cane. E in questo campo, Aroldo Linari è stato particolarmente esauriente. Molto seguita è stata poi, nel pomeriggio, la parte dimostrativa effettuata nella palestra con la “pratica” che ha visto i cani “Nina”, Zac” e “Athos” intervenire secondo i precisi comandi dei rispettivi conduttori. In questo contesto sono stati anche illustrati alcune applicazioni. “Un cane nei corridoi della scuola”, per esempio, fa parte di un progetto all’Istituto comprensivo Pergine 2, che vede la presenza del cane all’interno della scuola durante le ore di lezione a favore di studenti con “bisogni educativi speciali”. Anche al “Curie” si sono svolte lezioni su come comportarsi con i cani. Poi, il caso di “Cristian” (di Mezzolombardo) per il quale è stato confezionato un progetto ad hoc fin dal 2008, sempre con San Patrignano. Infine, altro caso, un progetto di “pet therapy” con una bimba di 6 anni.

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