Sì alla fusione, nasce la Supercassa rurale

Anche la «Centro», tra molti mugugni, ha detto sì: si chiamerà Valsugana e Tesino e sarà operativa da ottobre


di Marika Caumo


SPERA. Con il via libera da parte dei soci della Centro Valsugana, giovedì sera è nata ufficialmente la Cassa Rurale Valsugana e Tesino. Una “supercassa” come è stata definita, che arriva dalla fusione di tre istituti di credito del territorio valsuganotto: Castello Tesino, Centro e Bassa Valsugana.

Dopo le assemblee ordinarie di maggio, infatti, i 5.200 soci sono stati chiamati ad esprimersi in tre assemblee straordinarie, davanti al notaio Donato Tarciso. Si o no, favorevoli o contrari a questa fusione: un voto palese, espresso per alzata di mano, con la notifica dei nomi per contrari e astenuti in quanto possono impugnare la delibera. Tre assemblee affollate come non si vedevano da anni, che si sono espresse favorevolmente. Un sì arrivato non senza qualche mal di pancia, che si è evidenziato in particolare nell’ultima assemblea, quella della Centro Valsugana. I numeri parlano di 589 soci, di cui 336 presenti e ben 233 deleghe, il che fa capire quanto sentita, tra i pro ed i contro, sia stata la “partita”. Alla fine si sono contati 385 sì, 171 no e 7 astenuti, con la maggioranza dei tre quinti necessaria raggiunta. Tra i contrari, la maggior parte sono abitanti di Telve, paese che insieme a Spera, ha mostrato le maggiori riserve sul progetto.

«Un progetto imposto dall’alto, con rischi per l’aggregazione con Castello e limiti di rappresentatività per il nostro paese», ha spiegato Mario Vinante di Telve a nome di un folto gruppo di contrari, con Gianni Purin di Spera a chiedere il voto segreto mentre Ezio Tessaro di Spera ha sollevato il timore che con 1.400 soci fuori provincia, in futuro l’istituto sarà sbilanciato verso il Veneto. Fuori dal coro Sesto Battisti di Telve che ha ricordato che «abbiamo perso il treno molte volte, rimanere piccoli fa paura, schiacciati tra i più forti come la Cross e la Bassa Valsugana». Quindi gli interventi del presidente Paolo Zanetti, che ha ricordato come i valori della cassa rimarranno mentre il vice Patrick Paterno ha spiegato che «non si tratta di supercassa, ma di consolidamento, nessuna imposizione, la scelta è stata nostra». Infine l’intervento di Diego Schelfi, prima del voto che ha sancito la nascita della nuova rurale. Nei giorni prima, infatti, 200 soci di Castello riuniti in teatro avevano detto si quasi all’unanimità (1 contrario e 1 astenuto) al progetto, qualche mugugno invece tra i quasi 400 soci della Bassa riuniti a Tezze (312 si, 71 no, 6 astenuti), in particolare cittadini di Grigno e Tezze.

Con il via libera, si può ora programmare l’assemblea per l’elezione del cda. Ad ottobre la nuova Rurale sarà operativa.

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