Rurale Levico, i depositi si trasformano in prestiti

La Cassa impiega tutti i soldi disponibili: il 71% a favore dei propri soci Domani l’assemblea che dovrà eleggere presidente, vice e un consigliere


di Antonio DeCarli


LEVICO TERME. Nonostante la crisi sembrano soddisfacenti i dati del bilancio 2011 della Cassa rurale di Levico Terme che domani al PalaLevico terrà l’assemblea annuale con anche la spiegazione ai molti interrogativi che si pongono tanti soci in questo momento di crisi.

Il presidente Germano Libardi e il direttore Massimo Tarter spiegano la strategia della banca di credito cooperativo per il 2012.

«Siamo obbligati dalle leggi e dalle regole – spiega il presidente Libardi - a degli equilibri che spesso la gente o le aziende non comprendono, ma abbiamo mantenuto e manterremo un forte sostegno verso il nostro territorio. Lo spiegheremo chiaramente domani all’assemblea dei nostri soci. Va detto che negli ultimi due anni abbiamo sostenuto da soli i più importanti investimenti e ristrutturazioni. Il sostegno al territorio, con iniziative e contributi, è stato di 370.000 euro. Un impegno sempre importante in un momento in cui altri sponsor stanno al palo».

La quota di mercato sul territorio levicense della Cassa rurale rimane sempre intorno all’80% con un utile di 233.000 euro, quindi aumentato, seppure di poco, rispetto allo scorso anno.

«La Rurale nel 2011 – spiega il direttore Tarter - ha prestato il 100,64% dei depositi, immettendo cioè anche fondi reperiti presso il Consorzio delle Casse Rurali, il 71,71% del quale a favore dei soci che a fine dicembre erano 1516. La raccolta è stata di 169 milioni di euro di cui 120 milioni dalla diretta (minore del 1,84% rispetto al 2010) e 49 dalla indiretta (maggiore del 4,31% rispetto al 2010). Gli impieghi sono stati 121 milioni di euro. Sul totale dei prestiti 43 milioni di euro sono andati all’alberghiero (36% del totale) e 31 all’immobiliare (circa 1l 26%del totale)».

Vanno però spiegate anche le illazioni sull’utilizzo da parte di tutte le banche della liquidità immessa sui mercati lo scorso anno dalla Bce all’1% di interesse. «Quella liquidità – fa notare Libardi - è servita sostanzialmente ad far acquistare una parte del debito dello Stato italiano dato che gli investitori esteri per un certo periodo non hanno più creduto alla possibilità dell’Italia di salvarsi. Ed era necessario salvarsi. La situazione resta ancora difficile ma dobbiamo avere fiducia che con moderazione ed un forte impegno possiamo farcela». Tarter quindi conclude: «All’assemblea di sabato è anche il turno del rinnovo del presidente, del vicepresidente e di un consigliere».

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