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Rovereto, senzatetto sfrattati dall'Urban City

Tolte le panchine per evitare che i clochard bivacchino: «È stata una cattiveria. Non siamo noi a sporcare...»


di Alberto Tomasi


ROVERETO. Il “problema” non è stato risolto ma solo spostato, di un paio di metri. Non è servito a nulla che gli operai del Comune abbiano asportato le panchine- cubi di cemento della galleria dell’Urban city. I senzatetto che li avevano eletti come loro residenza hanno accolto la decisione con paziente rassegnazione, e si sono spostati qualche metro più in là, sul muretto che delimita la piazza verso via Paoli. Per nulla intenzionati a darla vinta a chi pensava che quel semplice espediente fosse sufficiente per sfrattarli da un luogo a tutti gli effetti aperto al pubblico, e quindi anche a loro.

«È stata una cattiveria - commentano Rino e Luca - Non diamo fastidio a nessuno, ci limitiamo a stare qui seduti e osservare il movimento della piazza, ci piace vedere il via vai delle persone. Però è evidente che la nostra presenza urta qualcuno, forse i clienti del bar, ci accorgiamo che ci guardano male». I quattro cubi di cemento che funzionavano un po’ da strapuntini per riposare all’ombra dell’Urban City, sono stati quindi rimossi nei giorni scorsi dietro disposizione del Comune, perché ormai erano diventati zona di bivacco per i tre clochard, due italiani e un romeno - «è lui il responsabile», dicono gli italiani, «sporca e si sdraia per terra»,- che trascorrono lì le loro giornate.

«Hanno sradicato anche i fili elettrici e le prese usb per la ricarica dei telefono - prosegue Rino - e tutto per impedire che continuassimo a sederci». Persone che vivono in strada, ma che non sembrano costituire una vera e propria minaccia per le persone o l’ordine pubblico. Più per il decoro e la pulizia della nuova area commerciale, che tra breve ospiterà anche la nuova sede dell’azienda di promozione turistica. In particolare, non farebbero troppa attenzione a dove gettano i rifiuti e non si farebbero troppi riguardi a soddisfare le loro necessità fisiologiche nelle aiuole dei dintorni.

«Abbiamo ricevuto spesso lamentele da parte della clientela - spiega Lucia Tomasi della gelateria Depero - lasciano rifiuti ovunque e capita poi che si mettano a litigare tra loro, inizino a urlare e a dire parolacce. La nostra è una gelateria frequentata da molti bambini e lo spettacolo non è certo dei più piacevoli». È più che altro una questione di pulizia e di decoro, quindi, che ha spinto la direzione dell’Urban City a rivolgersi all’amministrazione comunale che, per risolvere il problema, ha optato per una scelta sicuramente drastica, ma come sembra non del tutto efficace.

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