Rovereto, rifiuti ovunque: e il Comune paga

Costerà 37 mila euro bonificare l'area del rio Coste, tra fabbriche e Lavini


Luca Marsilli


ROVERETO. Non è solo questione di immagine nè di ipotetico rischio ambientale, ma anche un problema di soldi. Il malvezzo, sempre più radicato, di liberarsi dei rifiuti «anomali» lasciandoli nei luoghi fuori mano della città, su sterrati o a bordo di stradine di campagna, sta diventando un costo significativo per il Comune. Che per la sola zona del rio Coste/campo nomadi/Lavini ha appena autorizzato un intervento dal costo di 37.730 euro.

La perizia di spesa è del servizio verde e tutela ambientale. E include i lavori di bonifica (asportazione dei rifiuti, ma anche analisi del tererreno per verificare se queste che tecnicamente sono vere e proprie discariche incontrollate hanno inquinato i terreni) e quelli di ripristino ambientale. Che viste le aree, significherà ripiantumare con vegetazione perenne le zone ripulite e cercare di rendere meno agevoli gli accessi alle stesse zone.

In comune queste aree che i cittadini eleggono a discarica hanno infatti l'essere degradate, poco visibili se non del tutto nascoste alla vista, magari anche solo di notte, e comunque facilmente raggiungibili in automobile. Perchè è evidente che per liberarsi di rifiuti ingombranti, macerie, vecchi elettrodomestici o anche solo accumulatori e copertoni fuori uso, bisogna arrivare comodi in auto fino al luogo dove li si abbandonerà. Peraltro si verifica in tempi rapidi un effetto a catena: dove c'è un rifiuto vistoso, ne arrivano presto altri. Creando un mix fantasioso, irriconoscibile e difficile da affrontare.

Il fenomeno è vistosissimo nel piazzale adiacente l'ex bar sulla statale, ai Lavini. L'edificio è abbandonato e appare più o meno cadente; una porzione del piazzale è stata recintata in qualche modo ed è coperta di rifiuti, in buona parte edili e vecchi infissi. Il resto del piazzale ospita di tutto. Si va dalla borsa di rifiuti indifferenziati all'elettrodomestico, dalle macerie a vere e proprie stranezze, come avanzi di macellazione: ossa e cotenna di maiale, oggi gelati ma che tra un mesetto faranno la felicità di mosche e corvi.

Tra l'altro, chi punta il dito sui nomadi (non tanto quelli del vicino campo, ma quelli che da anni ormai si rifiutano di entrarci e si spostano su diverse aree della città) almeno qua non ha molti argomenti. Due terzi almeno dei rifiuti sono chiaramente macerie da demolizione e comunque materiali edili, come i 4 sacchi di cemento indurito da 50 chili l'uno che campeggiano sul bordo del piazzale all'ex Aragno o i pezzi di tubi di piombo abbandonati lungo la stradina che fiancheggia il rio Coste. Lo stesso probabilmente i vecchi pneumatici. I nomadi vivono in camper o roulotte, e difficilmente si dedicano per diletto ai lavori edili. Come è difficile immaginare che abbiano una rotazione frequentissima degli pneumatici.

Comunque sia, queste aree sono comunali. E quindi tocca al comune ripulire, e può farlo solo nel più dispendioso dei modi: quello che tiene in considerazione ogni norma e suggerimento. Non basta raccogliere la batteria e portarla al Crm, come farebbe un privato: bisogna anche verificare se gli acidi o il piombo hanno contaminato il terreno. E questo vale per un po' tutto. Inoltre ogni singolo rifiuto andrà raccolto secondo i criteri della differenziazione ed avviato agli impianti di smaltimento idonei. E quindi per quello che da privati sarebbe il lavoro di un giorno di due uomini con motocarro e guanti protettivi, si finiscono per spendere 37 mila euro e rotti.













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