il caso

Rovereto, il Consiglio chiede più ore di apertura degli uffici pubblici

Cinque giorni e quasi solo al mattino non possono bastare perché sono i momenti in cui anche i cittadini sono al lavoro


di Luca Marsilli


ROVERETO. Il tema è delicato e apertissimo al rischio di populismi e qualunquisimi assortiti, anche opposti tra loro. Il rapporto tra cittadini e uffici pubblici. O, ancora più chiaramente, gli orari di apertura al pubblico di quei servizi che i cittadini pagano con le proprie tasse. Ma che a loro volta sono forniti da altri «cittadini lavoratori», portatori di esigenze e diritti quanto gli altri.

Il consigliere Pd Gianluca Merlo ha detto in premessa di avere ragionato a lungo - anni - su questo tema e di aver presentato ora la propria mozione perché i tempi gli sembrano maturi. Oggi non esiste più, spiega, un mondo del lavoro che vada per tutti alla stessa velocità e con gli stessi orari. Turni, part time nelle forme più fantasiose, precarietà spinta al punto tale che un lavoratore può benissimo non essere in grado di pianificare oggi la propria giornata di domani. E tutto questo facendo anche i conti con famiglie sempre meno tradizionali e sempre più frantumate, che costringono a mediare la giungla degli orari lavorativi con l’altrettanto intricata gestione dei figli.

A tutto questo gli uffici pubblici rispondono con gli orari di 50 anni fa: principalmente al mattino e concentrati su 5 giorni a settimana. Ha ancora senso? Ha senso, volendo essere più cattivi e scivolando nel populismo del «dagli al dipendendente pubblico» che il cittadino roveretano paghi lo stipendio a 480 persone e poi debba prendersi un giorno di ferie se deve fare una carta d’identità o chiedere lumi all’ufficio tributi su come pagare l’Imu? Impostazione mentale cui si risponde altrettanto facilmente che il lavoro degli uffici non è solo sportello, tutt’altro, e che alla fine se il lavoro privato si sta mangiando la vita di chi ha la fortuna di avere un’occupazione, non è che per questo vada rovinata l’esistenza anche dei dipendenti pubblici.

Alla fine nel dibattito entrambe le posizioni sono emerse, con prevalenza abbastanza marcata della prima. Rispecchiata dal voto: la mozione è stata approvata con 17 voti favorevoli, 3 stensioni e 3 consiglieri che non hanno partecipato al voto. Ma il dispositivo è molto “aperto”. Si impegna la giunta a verificare quali siano i servizi più richiesti, su quali fasce orarie si concentri maggiormente l’impiego dei roveretani, valutare se si possa ipotizzare una turnazione dei dipendenti comunali che a parità di monte orario ampli gli orari di apertura degli sportelli. Unico punto in origine concreto, valutare la possibilità di una apertura sperimentale il sabato mattina, ma è stato molto edulcorato in aula: è diventato vedere se si può appoggiare sull’Urp una funzione di sportello per le attività più richieste.













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