Rossi chiede fiducia ma le frizioni restano Silenzio di Olivi

Il presidente: «Alle elezioni 2018 con questa coalizione» Borgonovo su Telemedika: «Mi aspettavo rassicurazioni»


di Chiara Bert


TRENTO. Archiviati i giorni della sindrome da accerchiamento, Ugo Rossi torna a chiedere la fiducia della sua coalizione e sgombra il campo da possibili svolte neocentriste: «Il centrosinistra autonomista non ha alternative, e un motivo in più per stare insieme oggi è che serve un argine alla destra populista. Ce lo diciamo oggi, questa sarà la coalizione con cui ci ripresenteremo agli elettori nel 2018». Al termine di un vertice durato più di tre ore (55 minuti la relazione del presidente) e allargato anche a Verdi e Socialisti che non hanno rappresentanti in consiglio, la risposta degli alleati è positiva, ma le frizioni restano - in attesa del nuovo metodo collegiale declinato ieri (incontri con i capigruppo prima della giunta, un incontro mensile di ogni assessore sui suoi temi) - così come restano le distanze su alcuni temi di merito, dalla legge sull’omofobia alle preferenze di genere, che metteranno di nuovo alla prova una maggioranza che fin qui ha stentato.

Diritti civili. Il governatore invita ad «onorare gli impegni che ci siamo presi»: «Ci ritroveremo nei prossimi giorni, io ho sempre dato indicazioni chiare». Ma il segretario Upt Tiziano Mellarini frena: «Sull’omofobia apriremo una discussione come gruppo, è un tema che tocca la sensibilità di ogni persona. Sulle preferenze di genere ci saremo, che siano due o tre» (ma la differenza è essenziale, e un documento del parlamentino Upt promosso da Donatella Conzatti ha invitato il gruppo a votare il ddl Maestri sulla doppia preferenza, ndr).

Leadership 2018. «Chi sarà il candidato presidente nel 2018 lo decideremo negli ultimi sei mesi di legislatura. Io non pongo condizioni né veti», ha ribadito Rossi. Il capogruppo Pd Alessio Manica ha assentito, ricordando però che il Pd è il partito di maggioranza relativa. «Speriamo di decidere non a colpi di percentuali ma in base alle competenze e ai risultati raggiunti», la replica del segretario del Patt Franco Panizza. Ha colpito ieri - e spiazzato i consiglieri Pd - il silenzio del vicepresidente Alessandro Olivi, che della contendibilità della leadership ha fatto da tempo un suo cavallo di battaglia per rilanciare l’azione dei Democratici, e che è stato criticato sia da Rossi che da Panizza per i suoi distinguo nei primi due anni e mezzo di legislatura.

Fiducia e coesione. In un clima molto pacato e per qualcuno fin troppo soft, due interventi ieri si sono distinti. Quello dell’ex assessora Donata Borgonovo Re che a proposito dell’indagine sull’appalto Telemedika che ha coinvolto il cognato del governatore, ha detto: «Mi sarei aspettata dal presidente qualche rassicurazione dopo quello che abbiamo letto sulla stampa». Sul punto Rossi non ha replicato. A fine incontro Borgonovo rintuzza: «Se ci sarà la collegialità annunciata si potrà rafforzare la coesione necessaria. La fiducia non è un dato assodato, va ricostruita. Per ottenere una verifica di maggioranza ci sono volute le fibrillazioni del Patt». A Walter Kaswalder (Patt) che aveva invitato i consiglieri di maggioranza ad essere «anche amici», ha risposto a muso duro l’assessora Sara Ferrari (Pd): «Io gli amici me li scelgo, noi non siamo amici, dobbiamo governare insieme». A chiedere «una collegialità non solo di facciata» è anche Mellarini: «Abbiamo perso lo spirito di coesione che passa per un metodo di lavoro e manca la fiducia tra noi». Poi cita Dellai, suo avversario interno: «Ci serve una visione forte di futuro, al di là dell’agenda di legislatura».

I temi di legislatura. Nel documento politico-programmatico di rilancio annunciato da Rossi troveranno posto anche le priorità amministrative dei prossimi due anni e mezzo: riforma della scuola, punti nascita, rinnovo dei contratti pubblici, riforma delle società partecipate, trasporti, welfare, diritto allo studio. «In una coalizione - avverte Rossi - ciascuno può avvertire delle mancanze rispetto alla propria sensibilità ma sulla direzione di marcia la coalizione non si è mai divisa». Sul referendum costituzionale, che il governatore nei giorni scorsi aveva sollecitato a sostenere, i Verdi hanno annunciato di essere orientati a votare no.

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