Rossi: «Alle politiche volti nuovi, meglio donne» 

Il governatore pensa a candidati della società civile. Pd in stallo, a rischio l’eletto sul proporzionale. Panizza: «Un collegio in meno al Patt? Azzardato»


di Chiara Bert


TRENTO. Uno o due volti nuovi per il parlamento, fuori dai partiti. Meglio se donne. Il governatore Ugo Rossi è convinto che il centrosinistra autonomista farebbe bene a puntare anche su candidati della società civile, come chiesto in queste ore anche dalla minoranza Pd all’assemblea del partito. «Non sarebbe male», si sbilancia il presidente della Provincia, «io penso che ci sia spazio per una o due figure nuove, magari femminili, visto che l’elenco per ora è molto maschile (nella lista dei papabili ci sono Panizza, Dellai, Nicoletti, Mellarini, Fravezzi, Olivi, ndr). Sarà in qualche modo una scelta obbligata».

Le donne papabili per la candidatura, finora, sono solo quelle del Pd (Elisa Filippi, Donata Borgonovo Re, Lucia Maestri), più Chiara Avanzo del Patt (che pare destinata al listino proporzionale) e Donatella Conzatti dell’Upt che ha dalla sua l’asse a Roma con la ministra Lorenzin (regista della lista centrista che si sta costruendo a livello nazionale) ma deve fare i conti con la freddezza del suo partito a Trento. Per Rossi occorrerà «scegliere persone in grado di parlare a un’ampia fetta di elettorato e che abbiano nello zaino gli strumenti per essere guardiani dell’autonomia a Roma». Interpellato dai giornalisti ieri a margine degli auguri di Natale, il governatore ha auspicato che la coalizione sappia «valutare i suoi equilibri interni e che non ci siano pretese di egemonia da parte di nessuno».

Di elezioni politiche ha discusso anche il Pd nell’assemblea di lunedì sera, senza per altro approvare il documento presentato da Elisabetta Bozzarelli per la minoranza, che chiedeva candidature autorevoli e legate al territorio, l’apertura a nomi della società civile, no a candidati paracadutati da Roma e no a deroghe per chi ha raggiunto il tetto dei tre mandati parlamentari. Le proiezioni alla Camera sulla base dei risultati del 2013 ha sollevato forti preoccupazioni tra i Dem: in Trentino Alto Adige due seggi sul proporzionale accreditati al centrosinistra andrebbero - in base ai resti - entrambi alla lista Svp-Patt, lasciando il Pd a secco. E a questo punto qualcuno già ipotizza di chiedere al Patt di cedere uno dei seggi dei collegi uninominali. Ma il segretario autonomista Franco Panizza mette le mani avanti: «Non mescoliamo i due piani. Il nostro con la Svp sul proporzionale è un accordo politico (che prevede il secondo posto in lista a un esponente Patt, ndr) a prescindere dalla possibilità o meno di eleggere parlamentari. Altra logica è quella dei collegi, dove non poniamo veti. Siamo pronti a ragionare su tutto, ma nessuno mi ha chiesto di rinunciare ad un seggio e lo troverei quantomeno azzardato. Quando i miei colleghi di Pd e Upt avranno le idee chiare discuteremo di tutto senza preclusioni, nemmeno su nomi della società civile». Il Patt ha stabilito che il secondo posto nel listino bloccato del proporzionale andrà ad una donna. «I nostri criteri per le candidature sono impegno e preparazione - detta Panizza - non vogliamo ripetere un caso Ottobre». Passato il Natale, sarà già tempo di mettere tutte le carte sul tavolo.













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