Rossi al Pd: «Basta attacchi, tra 4 anni pronto alle primarie»

Il governatore: «Giusto farle anche nei Comuni dove non c’è accordo sul candidato sindaco, come a Rovereto»


di Chiara Bert


TRENTO. «Pronto a fare le primarie nel 2018». Ugo Rossi mette sul tavolo la sua disponibilità a sottoporsi al giudizio degli elettori del centrosinistra autonomista per la conferma della sua leadership. Lo fa, non a caso, nel pieno del braccio di ferro in corso con il Pd, dopo il caso dei grandi elettori e la bufera che ha investito la sua giunta per le (presunte) dichiarazioni critiche del governatore ai tre assessori Dem. «Perché - avverte Rossi - non ci sto a passare per il nemico della coalizione, io il centrosinistra autonomista ho contribuito a costruirlo e lo sento mio». Piuttosto, è l’analisi, «il problema oggi è che il Pd non ha ancora metabolizzato la sconfitta alle primarie, il fatto che a vincerle sia stato l’esponente di un partito più piccolo».

Presidente Rossi, ha sentito gli assessori Pd dopo le dichiarazioni a distanza di ieri?

Ho sentito Olivi per ragioni istituzionali. Siamo tranquilli.

Dal Pd ma anche dall’Upt si chiede con urgenza un vertice di maggioranza.

È chiaro che ci vedremo. Nell’ultimo incontro del 16 gennaio abbiamo consegnato un elenco di priorità che dobbiamo discutere e integrare. Guardi, di incontri di maggioranza ne abbiamo fatti più in un anno che in 5 anni con Dellai presidente.

Non sembrano essere bastati ad evitare le fibrillazioni di questi giorni. Lo strappo con il Pd sui grandi elettori è stato il detonatore di un malessere più profondo nella coalizione?

Non c’è nessun problema così grosso. Sui passaggi fondamentali in questo anno di lavoro abbiamo preso decisioni importantissime sulle quali abbiamo sempre trovato una concordanza totale. Voglio ricordarli: due manovre di bilancio, il programma di sviluppo provinciale, la riforma istituzionale, la riforma urbanistica, il piano trilingue, il reddito di attivazione, la ristrutturazione della rete ospedaliera al netto dei punti nascita, azioni sul fronte della ricerca, Fbk, Trento Rise, Trentino Sviluppo. Io sono assolutamente tranquillo.

Allora come spiega l’instabilità di queste ore?

Il tema è questo. Rispetto alla previsione che il maggior partito della coalizione esprimesse il presidente della Provincia, le cose sono andate diversamente. Le primarie le ha vinto il candidato di un altro partito e questo nel Pd non è ancora stato metabolizzato. In questo anno ogni 15 giorni o il vicepresidente Olivi o qualcuno del Pd ha lanciato critiche o puntualizzazioni sull’operato del presidente, dall’orsa alla riforma istituzionale, alla famosa visione del Trentino. Questo è un dato oggettivo.

Si è sentito attaccato?

Ci sta che il Pd faccia valere il suo peso e la sua impostazione programmatica. Del resto ricordo che la mia giunta è composta da un assessore del Patt, due dell’Upt e tre del Pd con competenze straordinariamente importanti al Pd. Nessuno può dire che il Patt sia stato favorito perché Rossi viene dal Patt. Il tema allora è come fare in modo che la coalizione si senta tale anche se ha un presidente espressione di un partito che era - allora, oggi non so - più piccolo. Un partito che, ricordo, alle ultime provinciali ha preso il 17% contro il 22% del Pd, non l’8 contro il 40%, con il 13% dell’Upt. Questi sono i rapporti di forza.

Da più parti, dal Pd in primis, le si rimprovera di non essere riuscito ad essere il «garante» di questa coalizione.

La mia storia dice che sono stato un costruttore del centrosinistra autonomista, con il mio lavoro dentro il Patt fin da quando perdemmo con Bezzi candidato. Per questo percorso ho dovuto sopportare tante critiche nel mio partito, e oggi non accetto il tentativo di farmi passare come nemico della coalizione. E per ribadire che la coalizione viene prima di tutto, già oggi rassicuro tutti sul futuro e dico che sono pronto a mettermi in discussione. Alla fine di questa legislatura Ugo Rossi non dirà che deve perpetuare la sua leadership, ma sarà il primo ad essere disponibile a fare le primarie di coalizione. Non perché sono sicuro di vincerle, ma perché ciò che conta è la coalizione. Quindi chi ha altri retropensieri può toglierseli dalla testa. Ma questo meccanismo deve andare bene ovunque.

Sta dicendo alle prossime comunali a Rovereto?

Esattamente, a partire da Rovereto, Cles, Lavis. Non spetta a me intervenire sui nomi. Ma dove non si trova una sintesi, è ragionevole e giusto fare le primarie. E le vince chi le vince, non chi pensa di vincerle.

La segretaria del Pd Giulia Robol dice che Rossi deve confrontarsi di più con i partiti. Cosa risponde?

Già questo «deve» fa trasparire che c’è ancora qualcosa da digerire. I partiti hanno l’obbligo e la possibilità di dare il loro contributo. Ma le sfide che il Trentino ha davanti non passano da un grande elettore o da una nomina in più o in meno. Le sfide passano dal cambiamento vero che dobbiamo realizzare e dalla ripresa economica. Su questo dobbiamo lavorare assieme.

Avete davanti diversi nodi delicati da sciogliere. Ha qualche timore sulla tenuta della giunta e della maggioranza?

Quali sono le questioni aperte?

Per esempio il futuro degli ospedali periferici e dei punti nascita.

Questa è una questione che attraversa tutte le forze politiche. Nello stesso Pd, come nell’Upt e nel Patt, ci sono persone che la pensano in modo diverso. Gigi Olivieri di che partito è?

Poi la ricerca.

Abbiamo avuto anni in cui Fbk e università parlavano lingue diverse. Nell’ultimo periodo hanno parlato la stessa lingua, al punto tale che oggi su Trento Rise sono impegnate insieme in un’azione di forte ristrutturazione. Abbiamo avuto il coraggio di operare grandi semplificazioni. Abbiamo avuto divergenze sulle nomine, non sulla direzione di marcia.

Nomine, appunto. Sulla Fondazione Mach avete trovato una sintesi?

Lunedì (domani, ndr) scadono i termini e sceglieremo il migliore presidente in funzione delle candidature arrivate.

Il ministro degli affari regionali Lanzetta ha detto che l’autonomia non può essere cancellata ma non è intoccabile.

La ministra ha pronunciato parole che raramente abbiamo potuto ascoltare e per questo oggi l’ho ringraziata. Ha riconosciuto la nostra specialità e ha riconosciuto che Trento e Bolzano hanno fatto e stanno facendo la loro parte nei confronti dello Stato. Quanto alla riforma costituzionale in discussione in parlamento, è vero che ci sono stati errori in tante Regioni ma io resto convinto che decentrare sia meglio che accentrare.

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