Roncola selvaggia colpisce a Nave S. Felice

Tagliate 2 mila viti dei fratelli Agostini, danni per oltre 45 mila euro


Vittorio Nardon


NAVE S.FELICE In due riprese hanno fatto un lavoro scientifico, riuscendo a distruggere 12 mila metri di vigneto pregiato. Il danno, solo per il mancato raccolto, supera i 45 mila euro. Le vigne, circa 2.000 (alcune con il tronco spesso 7, 8 centimetri) sono lì tagliate di netto e "piangenti" per la linfa che sale. I proprietari, i fratelli Valter e Paolo Agostini, non hanno molta voglia di parlare, ma tutto il paese commenta l'accaduto, reagendo con disprezzo nei confronti di un'azione così vile. E' il padre dei due fratelli Agostini che cerca di rispondere: «Non è stata gente del posto». E poi al colmo dell'avvilimento, promette una ricompensa di 5 mila euro a chi saprà dare indicazioni precise sui colpevoli. E già. Sono stati in più di uno: per compiere un lavoro di tal genere in poche ore, ci vogliono attrezzature e persone. Ed è proprio su questo che confidano i carabinieri ai quali è stata sporta denuncia, per venire a capo di un atto vandalico incredibile. Già verso fine febbraio l'appezzamento degli Agostini, che si trova a fianco della statale del Brennero, in località Nave San Felice, era stato sottoposto ad un primo atto di roncola selvaggia. Allora erano state tagliate a macchia di leopardo, 500 vigne di chardonnay. Nella notte tra mercoledì e giovedì hanno completato l'opera recidendo altre 1.500 viti e sradicando dal terreno 1.500 barbatelle che nel frattempo erano state reimpiantate. Hanno lavorato in modo razionale: hanno operato un po' qua e un po' là, nel vasto vigneto con uno scopo ben preciso: creare il massimo del danno per costringere i fratelli Agostini al rinnovo totale. E si sono serviti di una cesoia elettrica: di questo ne è sicuro un agricoltore che nella notte era stato svegliato dal trillo del cellulare che lo avvisava che le temperature stavano scendendo sotto lo zero ed era quindi necessario azionare l'impianto antibrina. Sceso nella zona, ha sentito distintamente il tipico sibilo di una troncatrice elettrica. Ma questo l'ha realizzato a posteriori. I fratelli Agostini, che da una trentina d'anni hanno acquistato quel terreno, si sono già rimessi al lavoro: hanno reimpiantato le barbatelle che erano state strappate dal terreno e ora stanno valutando se è il caso di coltivare ciò che si è salvato o pensare già a un nuovo impianto. A parte il danno economico, ciò che brucia maggiormente è sapere che qualcuno ti vuol male al punto tale da distruggere il lavoro di anni.

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