Rivolta dei vigili: «Pagateci come i forestali»

Salari più bassi anche di 700 euro. «Siamo Rambo solo quando fa comodo»


Luca Marognoli


TRENTO. Una volta avevano fischietto e paletta. Oggi girano con i computer palmari, il manganello, le manette e presto avranno la pistola per fare gli sceriffi in piazza Dante. La busta paga, però, è rimasta la stessa: quella di un impiegato. I vigili urbani hanno deciso che anche loro, dopo i pompieri, devono alzare la voce. E chiedono la parificazione con i «ricchi» colleghi della forestale.

Il fax arriva in redazione alle 10.13. E' la copia di una lettera inviata ai consiglieri provinciali con in calce la firma generica "I vigili urbani di Trento". L'aggancio è la cronaca, con gli scontri tra bande straniere che hanno riportato la polizia locale al centro dell'attenzione. «Noi non ci siamo mai rifiutati di fare il nostro dovere come le leggi prevedono - recita la nota - anche se la legislazione nazionale non è per niente chiara per quanto riguarda l'inquadramento giuridico-economico e soprattutto per quanto riguarda le nostre mansioni. Per farla breve non siamo né carne né pesce e non è facile lavorare con serenità in queste condizioni».

Viene poi citata l'ampia gamma di servizi compiuti dalla categoria, dalla viabilità alla gestione dei nomadi, e si precisa di non voler entrare in polemica con le altre forze di polizia. «Ma sul Corpo forestale della Provincia - viene rimarcato - qualcosa comunque di molto importante abbiamo da dire. Per esempio, non riusciamo a capire come mai questi "signori" percepiscono stipendi stratosferici rispetto ai nostri: un agente circa 250 euro mensili in più, un sovrintendente 400, un ispettore capo 700».

Poi il colpo sotto la cintura: «Ci piacerebbe capire se è più stressante il nostro tipo di lavoro in strada a tutte le ore o quello dei nostri "colleghi" forestali a contatto con la splendida flora e fauna dei nostri boschi». Ma ce n'è anche per i cugini pompieri: «Quando serve al presidente Dellai dobbiamo sempre essere in prima fila, un'ora dopo si è già scordato di noi. Così non è per la Protezione civile o per i vigili del fuoco. La discussione per la legge sulla Protezione civile è durata più di un mese con discussioni infinite».

Una lettera che non lascia spazio a fraintendimenti, in cui i vigili urbani si tolgono tutti i sassolini dagli stivali di ordinanza. Ma saranno proprio loro, i vigili, ad averla mandata? Al centralino di via Maccani confermano che il fax è partito da lì, ma è mistero su chi l'abbia inviato: «Siamo in 180: se uno vuole entra e lo manda...».

Non resta che andare in caserma personalmente, dove ci accoglie Angelo Riccadonna, della Uil. Neanche lui l'ha letta, quella nota (il giallo rimane), ma la condivide in toto. «La legge nazionale per parificarci con le altre forze dell'ordine è ancora nel cassetto e non ci arriveremo mai. Ma a livello provinciale abbiamo competenza primaria in materia di personale e si può fare quando si vuole. A maggior ragione adesso che Dellai ha chiesto la delega. I vigili del fuoco hanno fatto la stessa cosa...».

Sul caso della lettera spiega: «E' da tempo che si continuano a fare assemblee e si discute sempre di questo. Tutti siamo d'accordo: non ce l'abbiamo con i forestali, ma ci sentiamo sviliti nella nostra professionalità. Un ispettore capo prende 32 mila euro l'anno contro i 46 dei forestali». Riccadonna telefona a Walter Ruepp della Cgil, che condivide il documento. Arriva anche Massimo Micheli, della Cisl, che aggiunge: «Sei in strada e magari ti prendi una coltellata, ma sei pagato come un impiegato. Per noi non è solo una questione retributiva ma di considerazione. Nelle leggi, per i forestali e i vigili del fuoco c'è sempre qualche stralcio...».

All'uscita dalla caserma è ora di cambio turno. Arriva una agente che ha fatto la Trento-Bondone: «Dalle 6.45 alle 20.15 per viabilità e controlli. E oggi sono qui di nuovo...». Poi un motociclista: «Vuole sapere cosa ho fatto stamattina? Pattuglia di pronto intervento, tra nomadi, furti e una lite al bar. L'amministrazione quando fa comodo ci tratta da Rambo, altrimenti da operai. Ma ora vado: ho fatto tre quarti d'ora in più e gli straordinari non li pagano».

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