«Rivogliamo il nostro bel fiume»

Parco fluviale, seconda fase: sta per nascere l'associazione Amici della Sarca



ALTO GARDA. Che cos'è oggi il Sarca? Un fiume oppure un canale regolato idraulicamente da Hydro Dolomiti Enel per ricavarne energia elettrica? La risposta giusta è la seconda, ovviamente. Ma c'è chi non si rassegna ad accettare la situazione così com'è da decenni ormai, e che spera di vedere scorrere nell'alveo un po' d'acqua in più per riconoscervi il bel fiume di una volta. È, questo, lo scopo ultimo della costituenda associazione.

Qualche giorno fa una ventina di persone si sono riunite per gettarne le basi e prima di Ferragosto sarà organizzata l'assemblea pubblica per la fondazione ufficiale e l'approvazione dello statuto. Tutti i presenti sono già stati coprotagonista del lungo percorso partecipativo per la progettazione del Parco fluviale. «L'interesse e l'impegno di tutte queste persone - afferma Lucio Matteotti, promotore degli Amici della Sarca insieme a Fabio Berlanda, Donato Riccadonna, Emanuela Cretti e Gianfranco Maino - è un patrimonio che non vogliamo vada disperso, ma recuperato affinché sia investito in uno strumento organizzativo che sia interlocutore e parte in causa nel processo di costruzione del parco. La prima fase della progettazione - aggiunge Matteotti - si è conclusa. Ora si tratta di capire come sarà il "soggetto" parco.

Sarà un ente, un'associazione o cos'altro? Be', noi vogliamo ancora dire la nostra». Intanto il progetto del Parco fluviale sta seguendo le vie amministrative che gli sono state assegnate in Provincia. Una di queste porterà alla costituzione di un gruppo di lavoro e quindi all'accordo di programma tra le quattro amministrazioni comunali interessate e la Provincia. Ma nulla vieta che ci siano anche le assoziazioni ambientalisti, dei pescatori, le Apt e altre voci interessate allo sviluppo del progetto del parco fluviale. Ci sta a cuore la vita del fiume e rivogliamo la nostra Sarca pur nel rispetto della funzione che essa svolge per la produzione di energia pulita.

Vorremmo che nulla venga tralasciato dei contenuti della "carta della Sarca", documento elaborato nel corso del processo partecipativo. Ne ricordo alcuni: il Parco fluviale riconosce il bisogno di salvaguardare i nostri corsi d'acqua, per poter vivere e affidare alle generazioni future un contesto socio-culturale ed ecologico equilibrato e in buona salute; riconosce alla Sarca la forza e la valenza di elemento naturale connesso al benessere individuale e collettivo; promuove una gestione sostenibile dell'ecosistema fiume e propone di recuperarne la vitalità anche attraverso l'incremento sostenibile della portata idrica e la rinaturalizzazione dell'alveo e delle sponde; favorisce un nuovo rapporto col fiume fondato sul riconoscimento dell'ambiente fluviale nelle sue dimensioni ambientali, culturali e storiche.»













Scuola & Ricerca

In primo piano