Rivive il Forte di Busa Granda
Al confine tra Vignola Falesina e Levico Terme un’importante testimonianza della Grande Guerra
VIGNOLA FALESINA. Per la primavera inoltrata si potrà procedere con l’inaugurazione di una importante testimonianza storica della Grande Guerra. Si tratta del Forte di Busa Granda realizzato dall’Austria nell’ambito della rete di fortificazioni a difesa di Trento e del Trentino sul lato della Valsugana. La struttura sorge nei pressi del Compet, la località turistica sul territorio del Comune di Vignola Falesina. Praticamente è sul confine tra Vignola e Levico Terme. La particella fondiaria su Vignola fa parte del bene di uso civico di Pergine. Dalla sommità di questo dosso, una sorta di balcone, si domina la Valsugana partendo dal lago Caldonazzo (la metà sud) e dal Lago di Levico per poi spaziare verso Borgo. Anche le montagne costituiscono un panorama splendido: si ha davanti tutta la corona dal Brenta alla Vigolana per poi proseguire.
Era una visione che doveva “scaldare il cuore” anche ai soldati in servizio a quel forte, nonostante il periodo bellico. Il forte Busa Granda “sparava” sulla Valsugana. La sua costruzione consiste in un reticolo di camminamenti e stanze (dormitori, soggiorni, cucine, bagni, depositi, magazzini) tutto realizzato dentro la montagna, con due enormi e profondi “tubi” dai quali, attraverso specifici marchingegni , venivano fatti alzare i cannoni che poi una volta fuoriusciti sulla sommità protetta da una calotta, sparavano appunto in Valsugana ed oltre. Gli ingressi erano stati realizzati sul lato verso il Compet. Altre feritoie sbucavano sul versante opposto e permettevano un’ottima visuale per verificare eventuali movimenti. La struttura era completata da una serie di camminamenti esterni anche in direzione di Vetriolo. Ladocumentazione fotografica di un secolo fa proponeva la zona completamente priva di alberi, e disboscare la zona è stata la prima azione effettuata per il recupero del forte.
La richiesta rivolta ovviamente alla Provincia risale a parecchi anni fa. Il primo progetto risale infatti al 2001 ed era stato redatto da Giovanni Pezzato. Solo nell’agosto del 2014 la Provincia, dopo l’iter attraverso la Sovrintendenza Beni architettonici e archeologici, concesse un contributo di 329.762 euro su una spesa ammessa di 412.202 (il progetto prevedeva l’importo di 456.296 euro). Il finanziamento rientrava negli interventi per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico della Grande Guerra. Nel frattempo anche Levico Terme procedeva per quanto di competenza incaricando Vignola. Il 30 aprile dell’anno scorso si è proceduto all’appalto che vide assegnataria dei lavori l’impresa Casarotto di Villagnedo (ribasso del 26.298 euro) per un importo (aggiornato) di 281.666 euro. Un luogo splendido, una volta conclusi i lavori di recupero e di parziale arredo dei locali interni compresa l’illuminazione. Per il sindaco Danilo Anderle «si tratterrà di un’attrazione turistica importante: è vicina agli alberghi, facilmente raggiungibile , luogo di passeggiate, di sosta di panorami stupendi». Ricorda poi che come il Comune ha in programma il miglioramento di tutta la zona attraverso le squadre di recupero ambientale.
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