Riva: l'edilizia verde? Sana e funzionale

Visita a Massimo e Raffaella Caceffo, campioni di ecologia domestica


Matteo Cassol


RIVA. Massimo Caceffo e Raffaella Armanini, ovvero: come vivere - assieme ai figli Riccardo (5 anni) e Vittoria (3) - nella casa energeticamente perfetta. Dopo aver dato la notizia della vittoria dell'abitazione dei due trentacinquenni rivani al concorso per residenze ecologiche "Meglio far meglio" (indetto da Provincia e Wwf), siamo andati a Varone (in via Cartiere 64) a dare un'occhiata alla massima espressione trentina dell'edilizia verde.  Abbiamo scoperto che all'interno della cosiddetta "Casa passiva" - non è un epiteto negativo, ma un riconoscimento all'efficienza termica rilasciato da un istituto tedesco - a spiccare non sono solo il risparmio o la strizzata d'occhio all'ambiente, ma soprattutto la qualità della vita. Il segreto? Assieme a una orientazione strategica e a un isolamento ermetico rispetto al mondo esterno, il trucco sta nella macchina del ricircolo dell'aria.  «Attraverso bocchette nella stanza - spiega Massimo Caceffo, geometra all'Azzolini di Arco - l'aria viziata viene aspirata, immessa in uno scambiatore di calore con recuperatore ad alta efficienza e cede il caldo all'aria presa da fuori che, una volta filtrata, prende l'energia ceduta da quella in uscita e viene immessa nell'ambiente domestico a una temperatura ottimale: circa 20 gradi». Il risultato? «Non ci sono - aggiunge la moglie Raffaella Armanini, impiegata in uno studio notarile rivano - problemi di umidità (non essendoci fonti come i termosifoni che possano asciugare l'aria), di polvere, di sicurezza (non c'è il gas) o di spifferi. L'unico accorgimento, nei mesi invernali, è accendere la fornella a legna ogni tre o quattro giorni». Questo, però, solo se c'è brutto tempo e se la casa rimane disabitata per molte ore: altrimenti il calore prodotto da lampadine, forno, tv e quant'altro (anche dal corpo umano) va ad autoalimentare il meccanismo di ricircolo. «C'è un comfort maggiore - specifica Caceffo - rispetto al riscaldamento, perché la temperatura delle pareti interne è circa 8 gradi in più rispetto alle case normali e quindi non abbiamo bisogno di riscaldare in maniera esagerata, con sbalzi da una zona all'altra della stanza. D'estate, poi, con frangisole orientabili, riusciamo ad avere luce senza far entrare il caldo: in due anni che viviamo qui non siamo mai saliti oltre i 26.4 gradi in agosto; basta accendere per un po' il deumidificatore per ristabilire il clima perfetto».  A livello di elettricità, i pannelli fotovoltaici coprono interamente il fabbisogno e le spese si riducono a 35 euro di legna all'anno: «È una tipologia costruttiva - concludono i coniugi rivani - che consigliamo a tutti. In tanti storcevano il naso, ma funziona. È possibile applicarla pure in caso di ristrutturazioni o simili; certo, per ora l'unico referente per i calcoli del caso è Günther Gantioler del Tbz di Bolzano, che ringraziamo assieme all'architetto Marino Azzolini e all'ingegner Luisa Maraner. Consigliamo ai referenti provinciali di interessarsi a questo tipo di abitazioni, perché ne varrebbe la pena e andrebbero incentivate».

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