Rifiuti, la differenziata scende al 78%

Giudicarie, l’assessore Tarolli spiega: «Il calo del 4% dall’anno precedente è dovuto all’impurità del 45% nella plastica»


di Ettore Zini


GIUDICARIE. Cala la differenziata in Giudicarie. Dalle percentuali dell’82 per cento, record toccato lo scorso anno, ora si viaggia attorno al 77/78 per cento, media ponderata rilevata in questi ultimi giorni. La colpa è soprattutto della plastica che, da qualche tempo, contiene impurità fino al 45%.

Qualche problema si riscontra anche nei bidoni della carta. Ma lì la differenza è solo del 6%. Dato quasi irrilevante al fine della determinazione della Tia. «Sì – spiega l’assessore competente della Comunità Daniele Tarolli – perché le contaminazioni che guastano le medie della raccolta, poi, proporzionalmente, le pagano tutti i cittadini in bolletta».

«Ora – dice ancora il responsabile dei servizi di igiene ambientale – bisognerà valutare se il danno deriva dalle presenze turistiche, o dall’inciviltà degli abitanti del luogo, dato che le percentuali peggiori si rilevano soprattutto nelle isole di Pinzolo e Madonna di Campiglio. Certo è che dovremo incentivare ancor di più la sensibilizzazione e, soprattutto, l’informazione». Di depliant, incontri, serate aperte al pubblico la Comunità di valle ne ha organizzati più d’uno. Ma i partecipanti sono sempre gli stessi. E forse, se il problema è stanziale, bisognerà trovare modi più incisivi per spiegare come deve essere fatta la differenziata.

«Un giocattolo di plastica – esemplifica l’assessore – è sì di materiale plastico, ma non viene dal ciclo degli imballaggi, assoggettato alla Coreplan, quindi non può essere smaltito semplicemente nei bidoni. Ma deve essere portato ai Crm, dove oltrettutto non si paga niente». Purtroppo però nei bidoni si trovano molte plastiche, come i tubi corrugati usati negli impianti elettrici. E quindi per poche persone disattente, o meno virtuose, poi pagano tutti quanti. Uno dei problemi, spiegano gli esperti della Comunità, per i centri turistici sono i nuovi utenti delle nostre località di montagna. Il turismo ha cambiato faccia.

Molte persone che provengono dai paesi dell’Est, dalla penisola balcanica, dal Brasile. Non abituate nei loro paesi a differenziare i rifiuti. Quindi, oggettivamente risulta difficile far loro comprendere la bontà di una raccolta selezionata. Il pericolo è che si inneschi un circolo vizioso. Con più uno si trova a pagare in bolletta e più è tentato a non rendere tracciabili le aperture della sua chiavetta. Quindi se non si riuscirà ad arginare il fenomeno, è molto facile che le impurità aumentino.

Con il risultato che le ditte che stoccano i materiali differenziati, paga molto meno il prodotto. E provoca l’innalzamento dei costi. Anche perché è notorio, ci spiegano, che il bilancio della raccolta deve dare zero. E l’equazione è: più è sporco il materiale, più salgono i costi della Tia. Tanto più – spiega l’assessore – che le nostre bollette contengono anche la famigerata Tares (0,30 euro a metro quadro), che la Comunità si è impegnata a raccogliere per conto dei Comuni, ma che nulla ha a che fare con le immondizie e con gli introiti locali. Poiché viene devoluta interamente allo Stato.

Tornando alla plastica, con una differenziata che supera di poco il 50%, il consiglio degli esperti è di evitare di buttare negli appositi contenitori oggetti come: stoviglie e posate di plastica, tubi di plastica per l’edilizia, custodie Cd e Vhs,, sedie e tavoli da giardino, appendiabiti e stendibiancheria. Tutta merce da smaltire nei Crm, aperti ora tutti i giorni della settimana, eccetto il sabato pomeriggio.













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