Rifiuti, in Trentino 14 mila tonnellate di troppo

Obiettivi non ancora raggiunti: troppi scarti e territori che arrancano


Chiara Bert


TRENTO. Nel 2005 il Trentino produceva 140 mila tonnellate all'anno di rifiuti indifferenziati che finivano in discarica. Secondo gli obiettivi del piano provinciale dovevano ridursi del 50% in 4 anni, ma oggi siamo ancora a 90 mila tonnellate. La differenziata va bene (66.2%), ma la qualità arranca, così come alcuni territori. E senza impianti per l'organico il sistema è in sofferenza. La conferenza provinciale.Sono alcuni dei dati che Alberto Pacher, assessore provinciale all'ambiente, presenterà domani alla conferenza degli amministratori trentini e ai gestori di rifiuti. Un incontro voluto per fare il punto su quali risultati sono stati raggiunti a 5 anni dal terzo aggiornamento del piano rifiuti provinciale, e per ragionare sul futuro, a partire dal nuovo bando di gara dell'inceneritore che la Provincia sta mettendo a punto insieme al Comune di Trento. Secondo gli ambientalisti, e i Comuni della Rotaliana, esiste un'alternativa al termovalorizzatore, fondata su riduzione, differenziata spinta e ulteriore cernita a secco: a quel punto il residuo sarebbe così basso da poter essere portato in discarica. I rifiuti prodotti. Gli obiettivi fissati nel 2006 non sono lontani ma non sono ancora raggiunti. Il nodo cruciale è la quantità di rifiuti prodotti. Il piano prevedeva di annullare la crescita, ovvero di scendere da 140 mila tonnellate di indifferenziato del 2005 a 76.800 del 2009, circa il 50% in meno. Oggi il residuo è ancora di 90 mila tonnellate, contro le 73 mila che lo studio di fattibilità prevede siano destinate all'inceneritore. La raccolta differenziata. Altro obiettivo, strettamente connesso al primo, riguarda i rifiuti riciclati. Su questo fronte i passi avanti sono stati notevoli e oggi la differenziata ha raggiunto il 66,2%. Ma due sono gli aspetti problematici. Il primo riguarda la qualità della raccolta: gli scarti della differenziata - ovvero quello che della raccolta multimateriale (carta, plastica, vetro, organico) finisce comunque in discarica - oggi superano le 14 mila tonnellate, mentre il piano ne prevedeva 5.500 all'anno (che nello studio di fattibilità dell'inceneritore si riducevano a 3.900). Ci sono poi risultati diversi per quanto riguarda la resa delle varie frazioni: ottima per vetro e carta, più deludente per plastica e organico.Il secondo problema sono le disparità esistenti tra i territori: si va dall'84% di differenziata raggiunto dalla val di Fiemme (seguita dalla valle dell'Adige e dal Primiero con il 78% e dall'Alta Valsugana con il 76%), al 52% della val di Sole (57% l'Alto Garda e 58% le Giudicarie). In mezzo il 60% di Rovereto, il 63% di Trento, il 64% della Vallagarina, il 65% della val di Fassa e il 71% della Bassa Valsugana. L'obiettivo sarà far crescere chi oggi arranca, così come chiede anche il Comune di Trento dopo lo sforzo fatto per il porta a porta. L'organico. Un nervo scoperto del sistema, e non da oggi, è quello del trattamento dell'umido. Tra impianti chiusi e stoppati a causa di ricorsi, in Trentino attualmente non c'è nessun impianto attivo e per smaltire 60 mila tonnellate all'anno fuori provincia la spesa per l'ente pubblico è di circa 6,9 milioni all'anno. Le discariche. I 510 mila metri cubi disponibili dovrebbero esaurirsi entro febbraio 2013. Con gli interventi di ampliamento, e una spesa per la Provincia di 68 milioni, si arriverà fino al 2016. Quando - secondo i piani - dovrebbe essere in funzione l'inceneritore.

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