Rettore, dopo Nicoletti si scalda anche Giangiulio

L’attuale preside di Lettere viene indicato come il successore «preferito» da Bassi. Le facoltà della città vogliono tornare nella sala dei bottoni



TRENTO. Non solo Michele Nicoletti. Mancano ancora più di sei mesi alle elezioni per il nuovo rettore, ma già i big scaldano i motori. Ieri la notizia data in anteprima dal nostro giornale di un gruppo di grandi elettori che sta lavorando per la candidatura di Nicoletti ha aperto i giochi. Il mondo accademico è in subbuglio e si stanno muovendo i big. Uno di questi è Maurizio Giangiulio, preside della facoltà di Lettere e Filosofia. Da più parti viene indicato come il delfino di Bassi, l’erede ufficiale. Lui non si tira indietro e si dice sorpreso dalla candidatura di Nicoletti: «Premesso che Nicoletti è un punto di riferimento, oltre che un amico di cui ho grandissima stima. La sua candidatura, però, mi sembra una cosa inattesa. Io non ne ho sentito parlare prima. Del resto, non mi sembra che ci siano le premesse. Nicoletti è talmente impegnato. Ci sarebbe, poi, un problema giuridico dal momento che sia la Gelmini che il nostro Statuto prevedono l’incompatibilità con qualsiasi incarico politico. Dopo di che, ci sono sempre scelte di vita».

Sulla sua candidatura Giangiulio è chiaro: «Se ci dovesse essere la fiducia dei colleghi, io sarei pronto a impegnarmi». Del resto da più parti si fa presente che, dopo il periodo in cui il rettore è stato espressione delle facoltà della collina, si dovrebbe tornare a un rettore della città. Il professor Toniatti spiega: «Io non sono più preside di giurisprudenza da tre anni. Nessuno mi ha parlato di una candidatura del professor Nicoletti e io non mi sono mai espresso. E sulla quale preferisco non rispondere. Non so da dove sia venuto fuori il nome, comuque, è una novità totale». Toniatti, però spiega che, al momento, la candidatura che sembra più forte è prolprio quella di Giangiulio: «La cosa che mi sembra strana è che Giangiulio venga indicato come uno degli sponsor di Nicoletti, mentre per il momento il preside di Lettere viene indicato come il più accreditato successore di Bassi. Lo stesso rettore in carica, mi pare che veda Giangiulio come suo probabile successore».

Dunque i giochi sembrano aperti. La strada è ancora lunga, anche se Nicoletti, se dovesse scendere in campo, dovrebbe, per Statuto, eliminare le eventuali cause di incompatibilità sei mesi prima delle elezioni. Questo vorrebbe dire che dovrebbe lasciare le sue cariche politiche (commissione dei Sei, dei Dodici e segreteria Pd) entro la fine del mese. Da considerare, poi, che il mondo accademico trentino è già in subbuglio da mesi a causa del nuovo Statuto e del lungo dibattito sulla paventata sudditanza alla politica. Da più parti è stato espresso il timore che la politica conti troppo nella gestione dell’Università e sulle sue scelte. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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