Rette ridotte dei nidi, bonus bebé e Itea: per tutto serviranno 10 anni di residenza

Trento. Nelle novità sul welfare che abbiamo anticipato ieri da queste colonne ci sarà un unico denominatore comune, quello del vincolo di residenza in trentino da almeno 10 anni. un approccio che l’e...



Trento. Nelle novità sul welfare che abbiamo anticipato ieri da queste colonne ci sarà un unico denominatore comune, quello del vincolo di residenza in trentino da almeno 10 anni. un approccio che l’esecutivo leghista guidato da maurizio fugatti ha sposato (al netto dei possibili ricorsi alla corte costituzionale) sia per una convinzione politica che per un calcolo economico, potendosi rivolgere in questo modo ad una platea numericamente più ristretta: «quante risorse metteremo sulle rette per gli asili nido dobbiamo stabilirlo con esattezza, visto che si parla in effetti di un assestamento di bilancio che peserà circa 120 milioni di lire ma sono risorse che dovranno essere ripartite sui diversi comparti, non solo ovviamente sul welfare. ad oggi non siamo in grado di quantificarlo. confermo che già a luglio, nell’assestamento, interverremo sulle rette dei nidi. questo non significa che saranno per forza gratis. si potranno abbattere, ma ad oggi non abbiamo le cifre, in modo diverso rispetto al reddito dei richiedenti, non volendo per forza rendere gratuito un servizio per chi può pagarlo» osserva fugatti.

In un secondo tempo, ovvero con la finanziaria di quest’autunno dovrebbero trovare risposte anche il bonus bebè ed altri elementi di welfare, non solo legati alla primissima infanzia: «con l’assegno mensile per i nuovi nati, ragioneremo sui giovani che vogliono uscire da casa, con l’assegnazione di case che consentano loro di progettarsi una vita fuori dalla famiglia in cui sono cresciuti».

Già sarebbero state trovate le risorse, 6 milioni di euro, per tagliare le tariffe dei nidi, che attualmente arrivano fino a 437 euro al mese. ma la giunta sta studiando anche un possibile bonus bebè da 250 euro al mese per i primi tre anni del bambino. e su questo, anche alla luce della riorganizzazione di alcuni capitoli di spesa della sanità, servirà una riflessione ulteriore entro l’anno.















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