«Restavano solo le ali, una scena terribile»

Le testimonianze dei primi soccorritori: «I corpi bruciavano tra i rottami Le fiamme erano ancora alte, segno che il velivolo era carico di benzina»


di Luca Pianesi e Valentina Redolfi


TRENTO. Quando sono arrivati, l’aereo stava ancora bruciando. Fiamme altissime, segno che di benzina nel serbatoio ne era rimasta ancora tanta. E incastrati fra le macerie, in mezzi a fili di ferro a tubi a pezzi del velivolo, i quattro corpi carbonizzati. È una scena terrificante quella che si sono trovati davanti i primi soccorritori - uomini dei vigili del fuoco e del soccorso alpino - quando sono arrivati al passo dell’Ombretta a quota 2.700 metri. E hanno fatto l’unica cosa possibile in quella situazione: hanno preso gli estintori e hanno iniziato a spegnere le fiamme. Solo nel tardo pomeriggio, quando la scena era in sicurezza, hanno poi rimosso le salme.

«Da quello che so - spiega Enrico Marchetti, vice comandante dei pompieri volontari di Canazei - il primo allarme è arrivato dal rifugio Contrin che si trova a poca distanza, in linea d’aria, dal luogo dell’incidente e che ha avvertito l’Aiut Apin. Io ho visto le fiamme e sono subito sceso nella caserma di Alba per ripartire assieme ad altri due pompieri e al soccorso alpino. Poi l’elicottero ci ha portati in quota e lì abbiamo iniziato a spegnere le fiamme». L’incidente è avvenuto in un luogo molto impervio come spiegano Stefano e Igor , membri del soccorso alpino dell’Alta Fassa. «Dell’aereo - raccontano - erano integre sono le ali, il corpo centrale era inesistente carbonizzato e i quattro corpi erano lì, in mezzo alla macerie». «La scena era terrificante - spiega Tommaso Del Favero, pompiere di Pozza di Fassa - il Cessna stava ancora bruciando quando siamo arrivati in quota e in mezzo c’erano i quattro corpi. Noi ci siamo subito dati da fare con gli estintori per spegnere le fiamme ma per quelle quattro persone non c’era purtroppo più nulla da fare».

Decine e decine i soccorritori che sono stati impegnati sulla Marmolada per tutto il pomeriggio fino a quando non sono stati recuperati i corpi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano