Regione Trentino-Alto Adige, staffetta con scintille per le poltrone

Maggioranza trentina in fibrillazione. Patt messo nell'angolo da Pd, Upt ed Svp


Luca Petermaier


TRENTO. Tra accuse di usare «metodi mafiosi» e franchi tiratori dentro la maggioranza si è chiusa ieri una burrascosa (almeno sul fronte trentino) seduta del consiglio regionale. Seduta importante perché ha sancito l'ormai nota «staffetta» tra Trento e Bolzano alla guida della giunta (Dellai al posto di Durni) e del consiglio, con l'elezione di Rosa Thaler al posto di Marco Depaoli. Nel suo discorso programmatico, il neo presidente Lorenzo Dellai ha ricordato i tanti obiettivi raggiunti dalla Regione in questi anni, spiegando che oggi «siamo entrati in una fase nuova della nostra Autonomia, che non può e non deve più guardare solo al suo interno, ma aprirsi verso l'esterno, affrontando le sfide della globalizzazione. Visto il clima non certo favorevole alla nostra "specialità" che si respira a livello nazionale - ha proseguito il presidente - è assolutamente necessario affrontare di comune accordo alcune delle sfide che ci attendono». Fra i risultati ottenuti grazie alla nuova impostazione della Regione, Dellai ha ricordato - tra gli altri - il recente via libera, ottenuto dal Governo, alla partecipazione delle due Province autonome, insieme al Land Tirol, al Gect, gruppo europeo di cooperazione territoriale, con la denominazione di "Euregio-Tirolo-Alto Adige-Trentino". Dellai è intervento anche sul dibattito attorno all'Ente regionale, evidenziando come spesso non si tenga conto dell'evoluzione storica e politica dell'Autonomia, paragonandone la struttura a quella delle altre regioni italiane. «La Regione Trentino-Alto Adige non è un ente "di governo" nella comune accezione del termine. In prospettiva ci vorranno nuovi passaggi statutari, ma essi potranno essere formalizzati, quando le idee saranno definitivamente chiarite, anche attraverso l'esperienza sul campo e quando il quadro parlamentare nazionale sarà più idoneo per affrontare tale argomento. Nel frattempo occorre lavorare con gli strumenti istituzionali esistenti, con pazienza, flessibilità e sensibilità reciproca». Tra gli altri punti toccati da Dellai, una menzione merita la delicata partita in corso con Roma sulla concessione dell'A22: «Stiamo valutando - ha detto Dellai - la realizzazione di una società "in house", in grado di ricevere senza procedura di gara una nuova concessione». L'intervento di Dellai era stato preceduto in mattinata dalle schermaglie (tutte interne alla maggioranza trentina) per accaparrarsi una poltrona di segretario questore all'interno dell'ufficio di presidenza. Ruolo, invero, nemmeno poi così prestigioso ma molto ben retribuito: circa 1600 euro lordi al mese in più rispetto all'indennità consiliare. Patt e Pd sono ai ferri corti, con le due stelle alpine che hanno cercato fino all'ultimo di far prevalere il proprio candidato (Mauro Ottobre) al posto dell'uscente Mattia Civico (Pd). Il Patt ha cercato alleanze ma senza trovarle. Svp, Pd e Upt hanno fatto fronte comune e Civico è stato così riconfermato. Il che ha surriscaldato gli animi dentro la maggioranza: «Noi vi abbiamo appoggiato con Dorigatti e lo stesso Civico - ha accusato Ottobre - e abbiamo chiesto a voi del Pd un passo indietro che non c'è stato. Ne prendiamo atto, ma ci rivedremo nel 2013». Il capogruppo del Pd Zeni ha cercato di smorzare gli animi (surriscaldati in precedenza da una scatenata Caterina Dominici che ha annunciato un ricorso contro la nuova legge che attribuisce alle minoranze un posto - il suo - dentro l'ufficio di presidenza), ma l'obiettivo è svanito di fronte alla presa d'atto che, al termine del voto, Civico è stato sì eletto ma con 6 voti in meno rispetto al previsto e qualche franco tiratore da ricercare (forse) proprio dentro al Pd.













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