Record disoccupati: vanno in fumo 5 mila posti di lavoro

Il tasso misurato al primo trimestre sfiora il 7% La Cgil: «È allarme. Subito un vertice con la Provincia»


di Robert Tosin


TRENTO. Cinquemila disoccupati in più e un indice che balza al 6,9%, addirittura peggiore del Veneto. I dati Istat riferiti al primo trimestre del 2012 sull’occupazione fanno paura. Il raffronto con i primi tre mesi dell’anno scorso raccontano di un tasso peggiorato addirittura di due punti percentuali, passando dal 4,8 al 6,9. Il presidente Dellai fa il pompiere e ripete di prendere con le pinze questi dati, nel senso che sono riferiti al solo primo trimestre che tradizionalmente è sempre quello peggiore dell’anno. E in effetti la serie storica dei dati dice proprio questo. In modo particolare il Trentino ne soffre perché paga la forte stagionalità presente nei primi tre mesi dell’anno che, nel 2012, non sono stati certo favorevoli con l’inverno senza neve. Ma allo stesso tempo non sottovaluta la situazione: «Useremo questi dati per tarare ancora meglio la nostra politica di sostegno». Certo, i dati del resto d’Italia sono di gran lunga peggiori. Il tasso di disoccupazione medio italiano in riferimento al primo trimestre è del 10,9%, ma ci sono punte che sfiorano il 20% in Campania, Calabria e Sicilia.

In Trentino l’occupazione nel primo trimestre si attesta a 226 mila unità con una contrazione su base annua di 5.100 lavoratori portando il tasso di occupazione al 64,1% rispetto al 65,8 del primo trimestre 2011. Va peggio ai maschi che perdono 3.800 posti di lavoro, mentre le donne “solo” 1300.

Sempre nei primi tre mesi di quest’anno l’industria contrae la propria occupazione di oltre 6 mila unità, più o meno equamente distribuiti fra dipendenti e indipendenti. In questo ambito, il settore delle costruzioni perde occupazione ma si deve considerare che il primo trimestre dell’anno è poco significativo perché l’attività è rallentata dal fermo stagionale. Altro dato significativo per il settore è legato alla cassa integrazione: si registra una crescita del 36% su base annua, a fronte di un calo delle ore lavorate dell’11%.

I servizi sono gli unici che vanno in controtendenza e guadagnano circa 2 mila unità lavorative. Ma anche qui c’è un dato disaggregato interessante: calano gli indipendenti e aumentano i lavoratori dipendenti. Complessivamente nel primo trimestre 2012 le ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria rallentano del 19%, mentre quelle straordinarie crescono del 71%.

«Di fronte a dati così preoccupanti - dice Franco Ianeselli della segreteria Cgil - è indispensabile un vertice tra le forze sociali e la Provincia. Dobbiamo infatti analizzare nel dettaglio i microdati sull’andamento del mercato del lavoro in Trentino verificando dove sono più forti i segnali di sofferenza. Ma dovremo anche definire meglio gli interventi nell’economia per rilanciare lo sviluppo».

La Cgil legge con preoccupazione i dati. «In provincia si è tornati indietro di 13 anni: si deve infatti risalire al 1999 per trovare una percentuale di disoccupati più alta in Trentino. Ma è soprattutto l’andamento a preoccupare di più. Negli ultimi tre trimestri i disoccupati certificati dall’Istat sono passati da 9 a 17 mila con una differenza su base annua di 5 mila posti di lavoro. Detto che il Trentino risulta ancora tra le realtà più virtuose a livello nazionale, il confronto con i cugini dell’Alto Adige risulta davvero penalizzate: lì il tasso è del 3,6%.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano