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Ragazza violentata, il sindaco Miorandi chiede la chiusura del Centro profughi

Il questore Iacobone: «Stiamo procedendo con la massima incisività, perchè il nostro motto resta "solidarietà nella legalità"»



ROVERETO. «Quel centro di accoglienza va chiuso, senza se e senza ma. Deve essere smantellato immediatamente. Lo dico da settimane. Era nato per una permanenza massima di 48 ore, invece le persone stanno per settimane in container a 40 gradi. Le incontro per le strade e le piazze di Rovereto, sulle strade statali, ma anche sull'autostrada a fare l'autostop: donne incinte che mi chiedono dove andare per arrivare a nord. Non ce la faccio più a vedere queste cose. Che Europa è? Che Italia è?». A dirlo è il sindaco di Rovereto, Andrea Miorandi, che si trova all'estero, ma è stato informato del fatto che una giovane ha denunciato uno stupro subito nella notte e che è stato disposto il test del Dna per i profughi nel vicino centro d'accoglienza.

«La solidarietà dell'amministrazione e di tutta la città va alla vittima» è la prima cosa che dice. «È un fatto incredibile - aggiunge - e spero che la giustizia faccia il suo corso e se ne abbiano gli esiti in fretta». Poi spiega: «Non sappiamo se sia stato un ospite del centro di accoglienza, ma non si può continuare a tollerare il fatto che i profughi siano in balia di se stessi e di queste dinamiche. Lo dico senza isterismi e senza allarmismi. Certo qui la situazione non è quella di Lampedusa, nè di altri comuni italiani, ma sono comunque un sindaco in trincea, come tanti altri». «Le istituzioni dello Stato e dell'Europa non stanno governando bene la questione - conclude - e al Brennero c'è anche chi respinge quelli che riescono ad arrivarci. Qui stanno in container che vengono usati per le emergenze dei terremoti, messi due anni fa. Ne stanno arrivando altri, cosa facciamo? Convocherò d'urgenza un Consiglio comunale e chiederò anche alla Provincia che cosa sta succedendo».

«Stiamo procedendo con la massima incisività, perchè il nostro motto resta "solidarietà nella legalità"». Tuteliamo i cittadini con la massima determinazione, ma agiamo allo stesso tempo a beneficio degli stessi profughi, per fugare il dubbio che sia stato uno di loro o, nel caso fosse stato, per individuarlo e isolarlo al più presto». A dirlo è il questore di Trento Giorgio Iacobone, che segue da vicino le indagini in corso sulla violenza sessuale che una giovane ha denunciato di avere subito nella notte a Rovereto, in Trentino. Fatto dopo il quale è stato disposto il test del Dna per i profughi ospitati in un centro di accoglienza vicino al luogo dell'accaduto, nella frazione Marco di Rovereto. «Al momento non si può - sottolinea il questore - dire con certezza che sia stata una persona presente nel campo a compiere la violenza. In ogni caso, se così fosse, lo sapremo presto dal Dna. Perchè ieri nel centro c'erano 70 persone e oggi ancora 70, quindi nessuno è andato via nel frattempo«. Eventualità che sarebbe stata possibile, dal momento che in quanto centro di accoglienza e non di detenzione, non ha cancelli che impediscano alle persone di entrare e uscire. »Stiamo lavorando in una forte rete sinergica tra polizia e carabinieri - ha concluso il questore - per la gravità insita nel gesto e l'ovvio forte shock che provoca in chi lo subisce».













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