«Rabbies, un altro gioiello distrutto»

La video-denuncia di due canoisti che filmano l’ultima discesa nel fiume sul quale si stanno costruendo due centrali


di Francesca Tomaselli


RABBI. “The last Bajada”, l’ultima discesa: questo il titolo del video di denuncia ad opera di due canoisti stranieri comparso in rete da alcuni giorni in cui i due appassionati raccontano la loro ultima forzata discesa nelle acque spumeggianti del fiume Rabbies. «Tredici chilometri di fiume ininterrotto, un gioiello che sfortunatamente verrà rovinato – scrivono i due canoisti - causa la costruzione di due centrali idroelettriche. Questa sarà probabilmente la nostra ultima possibilità per navigare il fiume».

Il video è in apparenza uno di quei filmati che tanto sono di moda in questi anni, girati con le telecamerine da montare sul casco che trasmettono “live” le emozioni di chi pratica sport estremi. Ritmo ed energia gli ingredienti per una discesa mozzafiato, la musica è quella giusta, un ritmo incalzante da ascoltare ad alto volume che aiuta ad affrontare le difficoltà che il fiume della Val di Rabbi presenta. Sì, perché di sport estremo si parla, scendere le rapide del fiume Rabbies in canoa non è sicuramente per tutti, le pagaie cercano l’acqua per indirizzare la canoa lungo la traiettoria migliore, alla ricerca del giusto equilibrio tra brivido e sicurezza. Ad un certo punto un primo sbarramento (probabilmente un passaggio creato per i mezzi del cantiere della centrale), non scoraggia i due, che escono dal fiume, lo superano e si rigettano nell’acqua tra rocce affioranti e natura selvaggia. Dopo cinque minuti di pura adrenalina l’incontro con una ruspa da lavoro fa cambiare la musica in tutti i sensi. Parte la marcia funebre di Chopin, le immagini si concentrano sul cantiere delle centrali, si vedono le tubature e le due mura che prepareranno allo sbarramento. Per i canoisti l’avvicendarsi delle note cariche di pathos del pianoforte battono il tramonto di un gioiello come quello del Rabbies.

Il ritorno del grande interesse dell’idroelettrico in Trentino ha stimolato il dibattito sul limite tra sfruttamento energetico e sviluppo sostenibile. Il tema è noto ed è legato da un lato a un utilizzo necessario dell’acqua come risorsa rinnovabile per produrre energia pulita ed abbassare le emissioni di Co2, dall’altra al problema della tutela degli ambienti naturali. Le strutture infatti a volte si scontrano con il rispetto del paesaggio e di ambienti unici e ricchi di biodiversità come i fiumi. Che in Val di Sole significano anche economia e sviluppo come quello turistico sportivo legato in questo caso principalmente al fiume Noce e alla pratica degli sport acquatici come la canoa e il rafting.













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