Quote rosa, si allontana la doppia preferenza

Non piace a Upt e Patt. Ieri vertice di maggioranza: probabile mediazione finale su tre preferenze. Maestri (Pd): «Dare alle donne vere chance di elezione»


di Chiara Bert


TRENTO. «Dobbiamo arrivare a un risultato migliore di oggi e una preferenza di genere su tre è comunque meglio del niente che c’è oggi». Così il presidente della Provincia Ugo Rossi si era espresso qualche settimana fa parlando del disegno di legge sulla doppia preferenza di genere, lasciando intuire che la mediazione finale, quando il ddl Maestri-Bezzi andrà in aula, verosimilmente a settembre, potrebbe essere quella di una preferenza di genere diverso su tre a disposizione. Mediazione che non verrebbe osteggiata da una parte delle minoranze e che troverebbe un facile via libera da Upt e Patt.

Decisamente più indigesta la proposta attuale, che prevede che su due espresse, la seconda debba essere di genere diverso dalla prima (pena la sua decadenza), oltre a liste formate per il 50% da uomini e per il 50% da donne. È questo l’esito dell’incontro di ieri della maggioranza, che ha fatto il punto al suo interno sul tema, presenti il governatore Rossi, l’assessora alle pari opportunità Sara Ferrari e Lucia Maestri per il Pd, il gruppo Upt, Lorenzo Ossanna e Chiara Avanzo per il Patt. Nessuna decisione finale, la maggioranza si è aggiornata alla prossima settimana quando anche il Patt ne avrà discusso al proprio interno.

«Il disegno di legge che entra in commissione prevede la doppia preferenza», tiene il punto Lucia Maestri, «questo è il patto di legislatura con il presidente, anche se i talebani non fanno mai del bene». «Abbiamo fatto una prima valutazione e come gruppo faremo un ulteriore approfondimento», spiega il capogruppo Upt Giampiero Passamani, «condividiamo l’obiettivo di far crescere la rappresentanza femminile nelle istituzioni, il come lo vedremo». Il parlamentino Upt ha votato all’unanimità una mozione (presentata dall’ex segretaria Donatella Conzatti con 53 firme a sostegno) che invita il gruppo consiliare a sostenere il disegno di legge, ma «l’impegno» della versione originaria del documento è diventato un più blando «invito» proprio su proposta di Passamani.

«Il Patt farà sintesi al proprio interno la prossima settimana», spiega il capogruppo Lorenzo Ossanna, «l’idea è di onorare l’impegno elettorale e di approvare la legge quest’anno, evitando che si vada troppo in là nel tempo, a ridosso delle prossime elezioni». Schierata per la doppia preferenza c’è Chiara Avanzo, tra i promotori del ddl: «Purtroppo - osserva - non abbiamo affrontato l’argomento».

Maestri, che insieme a Giacomo Bezzi (Fi) è la prima firmataria del ddl, difende la scelta netta, quella delle due preferenze, di cui una di genere diverso dalla prima: «Se guardiamo alla percentuale delle preferenze espresse nel 2008 e nel 2013 vediamo che si attesta sull’1-1,2. Matematicamente le tre preferenze non vengono usate, inoltre con la doppia preferenza è più evidente l’atto forte e non si toglie nulla a nessuno». Quanto alla percentuale 50-50% nelle liste, che qualcuno in maggioranza giudica eccessiva vista la difficoltà che i partiti incontrano già oggi a reclutare candidate, la consigliera replica: «Donne competenti in giro ce ne sono, più vengono date loro chance di elezione e più sono disposte a impegnarsi. Le donne fuggono quando si sentono un elemento a corredo».

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