Quelli che in Trentino inneggiano al Tirolo

Bandiere austriache sulle baite: «Erano quelle dei nostri nonni»


Andrea Selva


PASSO ROLLE. Quello nella foto è l'inconfondibile profilo del Cimon della Pala. E quella sopra la baita è la bandiera del Tirolo. Dica il lettore qual è l'errore in questa immagine. Facilissimo, ci riuscirebbe anche un alunno delle scuole elementari. Ma per il proprietario di quella bandiera straniera, un signore di cittadinanza italiana e dal cognome italianissimo, l'errore non c'è perché il tirolese era suo nonno, soldato di Predazzo, classe 1892, che nella Grande guerra partì soldato con la divisa dell'esercito austriaco.

Lui è Fernando Dellantonio, 78 anni, finanziere a riposo e maestro di sci di Predazzo. E suo nonno si chiamava Giovanni: «A casa ho ancora la foto che lo ritrae assieme ai fratelli con la divisa dell'esercito austriaco. E conservo anche la lettera di congedo che sono riuscito a ritrovare molti anni dopo la guerra» racconta parlando al telefono cellulare dalla foresta del Parco di Paneveggio che ama frequentare. E per chiarire la vicenda ricorda che all'epoca del padre, Predazzo era in Austria e il confine italiano si fermava allo Schener. Infine prende a prestito quella classica frase: «Son taliani ciapai col sciop».

Traduzione libera: «Italiani fatti col fucile». Ecco perché la bandiera del nonno sventola sul tetto della baita: «Almeno finché non me la fanno tirare giù». Quella bandiera bianco rossa a passo Rolle meriterebbe una piccola foto sul giornale, giusto una curiosità, se non fosse che è una delle tante. E a pochi metri dalla caserma della Guardia di Finanza e dalla piazzola dell'elicottero del soccorso alpino a molti turisti - che non hanno i nonni austriaci - provoca reazioni di protesta.

Il Trentino ha dato notizia nei giorni scorsi di un vessillo identico esposto a Fiavé (dove i cittadini avevano chiamato i vigili urbani e questi ultimi avevano stabilito che non era una questione di loro competenza). Ma queste manifestazioni d'affetto per il mondo tirolese si moltiplicano: sul versante trentino del passo San Pellegrino se ne trova un'altra. Idem in Primiero. E sarà forse in risposta all'esposizione di queste bandiere austriache (o forse per i 150 anni dell'unità nazionale o ancora per un risvegliato orgoglio alpino) che solo rari montanari sentono il bisogno di esporre il tricolore.

Bandiere trentine nessuna, solo quelle istituzionali che Lorenzo Dellai ha voluto su tutti i confini provinciali (comparse sei anni fa quando il governatore - profetico - sentì forse il bisogno di fare chiarezza). Il simbolo della Provincia compare anche sulle nostre gallerie (fa vedere chi paga, ma non solo) ma è evidente che non è l'aquila di Trento quella a cui si rivolgono quei trentini alla ricerca di un'identità, indecisi tra Giuseppe Garibaldi e Andreas Hofer.













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