il caso

Punti nascita, Tione e Cavalese verso la chiusura entro sei mesi

Borgonovo Re ha convocato ieri una riunione tecnica per organizzare lo stop: per il primo la data sarebbe l’1 ottobre, per il secondo gennaio 2016. Tensione con l’Upt. Oggi Rossi dal ministro


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. La notizia si è diffusa nel pomeriggio e ha avuto l’effetto di una bomba, almeno nelle valli interessate: l’assessora alla sanità Donata Borgonovo Re ieri all’ora di pranzo ha organizzato una maxiriunione con primari dei reparti di ostetricia e ostetriche per organizzare la chiusura, ancora ipotetica, dei punti nascita di Tione e Cavalese. Il primo a partire dall’1 ottobre e il secondo a gennaio. La riunione di carattere tecnico si è tenuta all’una e hanno partecipato una trentina di persone. La voce si è diffusa ben presto negli ambienti della sanità trentina e in quelli politici e ha portato a far esplodere un vero e proprio caso in maggioranza con i consiglieri provinciali dell’Upt Mario Tonina, Pietro Degodenz e Gianpiero Passamani che hanno chiesto spiegazioni all’assessora nel corso di una discussione molto animata, ieri sera al termine del Consiglio provinciale.

Diciamo subito che la chiusura dei punti nascita è ancora del tutto ipotetica ed eventuale. Infatti, il presidente della giunta provinciale Ugo Rossi proprio oggi è in missione a Roma per parlare proprio di questo con i sottosegretari della ministra della Sanità Beatrice Lorenzin.

Il ministero ha ordinato la chiusura di tutti i punti nascita che non raggiungono i 500 parti all’anno. In Trentino i maggiori indiziati da sempre sono Tione e Cavalese. La Provincia ha da tempo scritto al Governo chiedendo una deroga per questi due centri. La richiesta non si basa solo sul criterio quantitativo, ma anche sulle regole di sicurezza. La Provincia chiede, ad esempio, di mantenere aperti i punti nascita assicurando la presenza fissa di un anestesista rianimatore formato ad operare anche su bambini piuttosto di un pediatra, come previsto dal Ministero. La missione di Rossi oggi a Roma servirà a parlare proprio di questo.

Nel frattempo, però, l’assessora ha tenuto la riunione tecnica per organizzare la chiusura dei punti nascita nel caso in cui il governo dovesse insistere sulla chiusura. Nella riunione si è parlato di scadenze e anche di adempimenti pratici. La notizia della riunione tecnica ha mandato su tutte le furie i consiglieri di maggioranza che rappresentano le valli interessate. In molti hanno visto in questa mossa la conferma della chiusura. Una conferma che, ovviamente, non c’è visto che ancora la Provincia conta di giocare le proprie carte. E la tensione si è sfogata in una discussione animata al termine della seduta del Consiglio, dopo che il gruppo dell’Upt aveva votato con le minoranze per far approvare la premessa della mozione di Walter Viola sulla Casa di cura Eremo di Arco.













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