Punti nascita, spinta ai parti a Cavalese e Cles

Entro agosto il piano dell’Azienda sanitaria per garantire h24 medici e ostetriche La giunta ufficializza la chiusura di Tione e Arco: sarà potenziato l’elisoccorso



TRENTO. Chiuso dal 23 maggio il punto nascita di Tione, dal 1° agosto è confermato che chiuderà anche quello di Arco. La rete dei punti nascita in Trentino sarà dunque incardinata su quattro ospedali: Trento, Rovereto, Cles e Cavalese. Lo ha stabilito la giunta provinciale che ieri ha approvato la delibera proposta dall’assessore alla salute Luca Zeni.

Nel dicembre 2014, quando aveva approvato la riorganizzazione della rete ospedaliera (con l’astensione degli assessori Upt), la giunta provinciale nel dicembre 2014 aveva lasciato in sospeso l’assetto dei punti nascita periferici. Un anno e mezzo dopo, preso atto del decreto del ministero che ha concesso la deroga a Cles e Cavalese negandola a Tione e Arco, la decisione è presa. La Provincia ha dato mandato all’Azienda sanitaria di presentare entro agosto un piano di adeguamento a garanzia della presenza h24 negli ospedali di Cles e Cavalese delle figure professionali previste dall'accordo (ginecologo, anestesista, pediatra ed ostetrica), di definire un protocollo di cooperazione con la terapia intensiva neonatale dell'ospedale di Bolzano per la gestione di particolari situazioni di emergenza di Cavalese; di pianificare azioni nella Comunità di Fiemme e Fassa e della Val di Non e di Sole, attraverso il percorso nascita territoriale, per le gravidanze a basso rischio per raggiungere il numero di parti stabilito dal Comitato percorso nascita nazionale per Cavalese e per Cles.

Per quanto riguarda le Giudicarie e l’Alto Garda invece, sarà potenziato il protocollo di trasferimento delle donne in stato di gravidanza che richiedono interventi di urgenza, e messo a regime il percorso nascita territoriale - anche attivando la reperibilità ostetrica notturna - a garanzia di tutti i servizi assistenziali durante la gravidanza e dopo il parto. Infine alle donne sarà assicurata un'adeguata accoglienza negli ospedali di Trento e di Rovereto, anche valutando modalità di accoglienza in strutture ricettive per un accompagnatore della gestante. «Inizia infatti una nuova fase nell’assistenza delle donne in gravidanza che saranno accompagnate alla nascita da una rete integrata di professionisti», spiega l’assessore Zeni. «Il fulcro del modello è l’ostetrica dedicata che seguirà la donna garantendo la continuità delle cure, l’assistenza pre e post-natale, l’educazione, il counselling e lo screening per promuovere e monitorare il benessere della mamma, del neonato e della famiglia nel suo insieme, assicurando la tempestiva presa in carico della donna e la programmazione di tutti i controlli necessari dall’inizio della gravidanza alla fine del puerperio».

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