LAVORO PUBBLICO

Provincia, i pensionati restano (ma gratis)

Primi esiti della ricognizione nei dipartimenti: 10 finora gli incompatibili che hanno dato la disponibilità a proseguire il lavoro senza ricevere compenso



TRENTO. I pensionati incompatibili con il loro incarico in Provincia? Scelgono di continuare a svolgerlo, senza essere pagati. È quanto emerge dalla prima parte della ricognizione nelle strutture di Piazza Dante, dopo l’entrata in vigore della norma che vieta l’attribuzione a chi è in pensione di cariche in organi di governo, così come consulenze e collaborazioni.

Sono dieci, finora, i componenti di commissioni che rientrano nel divieto perché erano già in pensione al 31 dicembre 2014, prima che entrasse in vigore la nuova regola.

La normativa nazionale non prevede eccezioni. Quella trentina invece sì: ovvero la possibilità di affidare incarichi e cariche a titolo gratuito, fatto salvo il rimborso di eventuali spese nei limiti fissati dalla giunta e rendicontati. E in 10 hanno dato la loro disponibilità a proseguire il lavoro gratis: si tratta di due componenti del Comitato per la modernizzazione del sistema pubblico e per lo sviluppo, un membro della commissione esaminatrice delle guide alpine, due del Comitato beni culturali, uno rispettivamente della commissione esaminatrice maestri di sci, della commissione per il termalismo, di quella per la toponomastica, della commissione per l’artigianato e del Comitato scientifico per l’osservatorio delle politiche del lavoro.

La Provincia si era data sei mesi di tempo dall'entrata in vigore della norma (il 1° gennaio 2015) per mettersi in regola. La norma, contenuta nell’ultima Finanziaria, ha recepito la normativa statale con l’obiettivo di favorire un ricambio nella pubblica amministrazione.

Al 30 giugno - data in cui le strutture avrebbero dovuto comunicare la loro ricognizione alla direzione generale - c’è chi non ha ancora completato le verifiche. Lo hanno fatto la Direzione generale e i dipartimenti Affari finanziari, Territorio agricoltura ambiente e foreste, Cultura turismo promozione e sport, Sviluppo economico e lavoro e Infrastrutture e mobilità. L’esito è contenuto in una delibera approvata lunedì dalla giunta che prende atto delle verifiche compiute su tutti gli organi collegiali. La prima conclusione è che per ora non sono emerse situazioni che comportino la necessità di modificare gli organi dove sono presenti incompatibilità.

La normativa prevede che gli incarichi affidati prima dell'1 gennaio 2015 restino validi fino alla loro naturale scadenza. Anche nel caso in cui l'interessato sia andato in pensione dal 1° gennaio al 30 giugno, dopo la sua nomina, potrà rimanere al suo posto fino alla scadenza del suo incarico. Chi invece è stato nominato prima dell'entrata in vigore della norma ed erano pensioni al 31 dicembre, sarà estromessi, a meno che non decida, appunto, di rinunciare al compenso.

(ch.be.)

 













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