Provincia, 377 mila euro per la riorganizzazione

Ecco i costi della consulenza Deloitte. Gilmozzi: «Progetti speciali di sicura utilità» Proprio oggi va in pensione uno dei cinque dirigenti: l’incarico verrà riaffidato?



TRENTO. L’interrogazione di Giorgio Leonardi era del 5 aprile: il consigliere provinciale del Pdl prendeva spunto da un lunga serie di articoli del Trentino sul riassetto degli uffici provinciali, in particolare sul proliferare di “incarichi speciali” attribuiti a dirigenti e direttori rimasti da un giorno all’altro senza ufficio. Ci sono voluti quasi quattro mesi, ma la risposta dell’assessore al personale Mauro Gilmozzi è finalmente arrivata. E così si apprende che l’incarico commissionato alla Deloitte Consulting per studiare (e proporre) un nuovo modello organizzativo della macchina burocratica provinciale, costerà alle casse di Piazza Dante la bellezza di 377.800 euro. Una cifra cospicua, “girata” alla società di consulenza soprattutto dalla Trentino School of Management cui la Provincia un anno fa aveva affidato il compito di analizzare a approfondire il tema (con relativi finanziamenti). Cifra così divisa: 145.200 euro per la revisione dell’assetto organizzativo delle strutture di primo livello (la definizione dei nuovi 11 dipartimenti), altri 72.600 per un secondo contratto in fase di stipula che riguarderà un’ulteriore fase di riorganizzazione, con al centro l’Agenzia per le opere pubbliche. I restanti 160 mila euro sono invece arrivati alla Deloitte via Informatica Trentina, per incarichi destinati all’analisi del Dipartimento istruzione università e ricerca, da aprile ridisegnato e ribattezzato “della Conoscenza”.

Sul costo della consulenza, in tempi di vacche magre come gli attuali, il dibattito è aperto. Altre considerazioni espresse dall’assessore Gilmozzi nella risposta a Leonardi avranno invece una riprova pratica già oggi. nell’interrogazione, infatti, il consigliere del Pdl definiva “involucri vuoti” gli incarichi speciali creati in seguito alla prima fase della riorganizzazione. Piccata la risposta: «Costituiscono tutt’altro che “involucri vuoti”, bensì attività di sicura utilità per la Provincia». Erano cinque, e l’assessore li ricorda nel dettaglio, rispondendo anche a Leonardi che chiedeva i relativi costi annuali: si andava dal “Progetto per la supervisione degli interventi comunitari e la verifica delle ricadute delle politiche agricole nazionali e comunitarie sull’agricoltura trentina” (Mauro Fezzi, 184 mila euro), a quello per la “valutazione dell’impatto della regolamentazione” (Andrea Segatta, 176 mila), dal “Progetto in materia di rapporti con le parti sociali” (Nicola Cenname, 110 mila) a quello per lo “sviluppo delle reti telematiche” (Sergio Bettotti, 176 mila), fino al “Progetto in materia di controllo e coordinamento e verifica sulle attività delle Società di trasporto (Fabio Angeli, 159 mila).

Le due cifre più basse si spiegano con la cessazione del servizio nel corso dell’anno da parte dei dirigenti in questione, per il raggiungimento dei requisiti pensionistici: Angeli, ad esempio, li maturerà il 24 novembre e i suoi 159 mila euro non comprendono dunque lo stipendio della parte finale dell’anno. Cenname invece è in pensione proprio da oggi. Se il suo incarico è quindi «attività di sicura utilità per la Provincia», andrà senz’altro subito affidato a un altro dirigente. Se così non sarà, e il suo Progetto verrà invece ricollocato nel dipartimento di riferimento, verrà confermata la previsione del Trentino dello scorso 29 marzo, la natura cioè «tutt’altro che “speciale” di progetti e incarichi, involucri vuoti inventati per non lasciare con le mani in mano chi si ritrova, dopo la riorganizzazione, senza più nulla da fare».

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